Poli mette Billa nel carrello

Acquistati i tre punti vendita regionali. «Salvi» i dipendenti


Luca Marognoli


TRENTO. I tre supermercati regionali del colosso Billa finiscono nel carrello di Poli. Una "spesa" abbondante per la catena trentina, che con questo triplo passo avanti raggiunge quota 66 punti vendita. L'accordo con i tedeschi della Rewe, il gruppo di Colonia che nel 1996 ha rilevato l'austriaca Billa (da "Billiger Laden", negozi a buon mercato), è stato siglato pochi giorni fa e riguarda i supermercati di Bolzano, Trento e Rovereto. Questi due ultimi impiegano 35 persone, che dal primo di novembre cambieranno datore di lavoro.

«Restano tutti in servizio, come previsto dalla legge e verrà loro applicato il contratto integrativo di Poli, che è migliore del precedente», informa Walter Largher, segretario della Uil Tucs. «Ora si tratta di capire soprattutto se cambieranno gli orari di lavoro, per personale femminile e part-time. Da parte nostra, auspichiamo che ci sia una gestione condivisa».

La cessione è maturata in un quadro macroeconomico che vede Billa orientato verso un disimpegno nello stivale. «All'origine ci sarebbero soprattutto motivi logistici e di costi di approvvigionamento», dice Matteo Salvetti, della stessa segreteria Uil Tucs. «Siamo considerati un po' la periferia dell'impero. Dietro c'è una logica di grande distribuzione: la gran parte dei punti vendita italiani verranno ceduti e dall'Emilia in giù, per esempio, subentrerà Conad».

Sul "salvataggio" dei dipendenti il sindacalista parla di «un passaggio obbligato poiché il trasferimento d'azienda è blindato dal codice civile e non potevano esserci licenziamenti. L'unica preoccupazione ora è l'organizzazione aziendale: bisogna garantire che le lavoratrici mantengano i propri part-time senza cambiamenti radicali nel loro stile di vita. Anche spostare un'ora crea disagi nel nostro settore che è a maggioranza femminile».

Un'assemblea è convocata oggi alle 12.30 a Rovereto. Plaude al risultato e ai rapporti con l'azienda Roland Caramelle, segretario della Cgil Filcams: «La trattativa è andata come previsto dalla legge. Sia dal punto di vista salariale che normativo. L'integrativo di Poli è migliore, anche perché è stato rinnovato l'anno scorso, mentre quello di Billa era fermo da anni. Inoltre si entra a far parte di una grossa catena locale e questo è molto positivo in termini di prospettiva».

Un successo di squadra che ha visto riunite le tre principali sigle sindacali. «Il timore iniziale era che ci fosse una chiusura di punti vendita», racconta Walter Bonatti, della Fisascat Cisl. «Ci fa piacere che non solo siano rimasti tutti aperti, ma anche che siano andati in mano trentina, dove c'è una contrattazione aziendale - il che non è più una consuetudine, oggigiorno - che comporta benefici sia per i lavoratori che per l'azienda, la quale aumenta la sua quota di mercato». Nato nel 1938, il gruppo trentino comprende sei insegne: Poli "Supermercati", "Mini", "Iper" e "Regina", C+C Italmarket e Cc Amort. Al 30 giugno contava 1.376 collaboratori, dei quali 1.233 a tempo indeterminato e 41 nuove assunzioni. Ma la crescita continua.













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