Pistola in pugno, rapina alle Poste
L’uomo teneva l’arma parzialmente nascosta da un sacchetto: «Non ti agitare e sbrigati». Bottino da 1.500 euro
TIONE. Solo 1.500 euro. Magro bottino per il rapinatore solitario che ieri mattina, pistola in pugno, è entrato nell’ufficio postale di Tione, intimando al cassiere Amedeo Gervasi di consegnargli tutto il denaro che aveva in cassa, con un’azione quasi chirurgica, di cui non si sono reso conto nemmeno le due uniche clienti in attesa allo sportello di fianco. Neppure Antonella Simoni, l’altra impiegata seduta a fianco del collega, aveva capito quanto stava accadendo. Solo quando il malvivente aveva già guadagnato la porta, ha capito il rischio corso, scoppiando in un pianto dirotto.
Erano da pochi minuti passate le 8,30 quando l’impiegato dell’ufficio postale che si trova sul lato est del piazzale della stazione delle corriere si è visto parare davanti un uomo vestito di scuro, con un cappello in testa e occhiali da sole che gli intimava di dargli l’incasso. «Non ti agitare e sbrigati» è quanto gli ha sussurrato, in perfetto italiano e senza alcuna inflessione. Più eloquente di ogni parola, la pistola che teneva in pugno, con la canna rivolta contro di lui, semicoperta da un sacchetto di carta. L’impiegato non ha avuto esitazioni. Ha racimolato quanto aveva incassato fino allora, e lo ha consegnato al malvivente che, in una frazione di secondo, ha messo il denaro nel sacchetto ed è scappato.
Immeditato l’allarme dato ai carabinieri. Ma, del rapinatore non c’era ombra. Nessuno all’esterno si era accorto dell’accaduto. L’uomo ha imboccato la strettoia che collega il piazzale della stazione alla piazzetta interna del condominio «Rosa», dove ha la sede anche il centro di formazione dell’Università popolare di Tione, e si è diretto verso il viale centrale, dove ha fatto perdere le tracce. Ha raccontarci questo particolare un signore che in quel momento passava di lì, che preferisce mantenere l’anonimato.
Nerina Valenti che lavora nell’attiguo negozio di attrezzature per ufficio «Baroni & Fattori», non ha visto assolutamente nulla. «Di solito -spiega - a quell’ora, sono sempre sulla porta. Ma ogi (ieri per chi legge, ndr) ero intenta a fare l’ordine delle cartucce delle stampanti e non mi sono accorta proprio di nulla». Lo stesso vale per Nicole Fox, giovane figlia del titolare dell’omonimo studio fotografico che si trova a una decina di metri dall’ufficio postale. Ha alzato la saracinesca proprio a quell’ora. Anche per lei è stata una mattina tranquilla come le altre.
Per tutta la giornata i clienti dell’ufficio postale si sono accaniti inutilmente contro la porta d'ingresso. Solo dopo aver spinto più volte sulla maniglia, si rendevano conto del perché di quella chiusura imprevista spiegato nel laconico cartello «Chiuso per rapina». Per tutta la mattinata c’è stato un andirivieni di carabinieri della locale stazione e del nucleo operativo di Riva con il capitano Francesco Garzia e i militari del nucleo investigativo.
Alcuni minuti dopo l’accaduto alle porte del paese sono stati istituiti posti di blocco. Carabinieri e agenti della polizia locale per ore hanno compiuto controlli sulle automobili in transito. Dell’uomo, però, nessuna traccia. Forse dall’attenza osservazione dei nastri delle telecamere a circuito chiuso che controllano le Poste potranno arrivare degli indizi in più agli inquirenti. L'ipotesi più probabile, comunque, è che si sia diretto verso il centro, dove, dopo essersi liberato del camuffamento ha potuto muoversi indisturbato.
Secondo gli investigatori, però, si è mosso con troppa disinvoltura per essere un dilettante.
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