Pinzolo-Campiglio, incubo nuove piste

Le chiede la Comunità delle Giudicarie. Bombarda e Cogo furiosi: «Scempio del territorio violando le leggi»


di Luca Marognoli


TRENTO. Gli impianti ci sono: ora tocca alle piste. Non si è ancora spenta l'eco delle polemiche per la realizzazione del sistema di telecabine e seggiovie che ha unito Pinzolo a Campiglio, che a distanza di poco più di un anno dal taglio del nastro spuntano già nuove ipotesi di aree sciabili. Proprio dove - si infuriano ambientalisti e politici sensibili alla tutela di quel magnifico territorio - si era spergiurato che nessuno sciatore avrebbe messo piede né scarpone. In questo nuovo scenario invece con gli sci ai piedi si potrebbe andare da Doss del Sabion fino a Patascoss. C'è tutto scritto, nero su bianco, nel Piano territoriale della Comunità delle Giudicarie. Siamo alla fase di documento preliminare, da sottoporre ora a concertazione con il Parco naturale Adamello Brenta, ma la proposta è chiara. Cuore della variante suggerita è l’allungamento della pista Doss del Sabion - Plaza (ora a bosco) e la realizzazione della pista di collegamento fra la zona Colarin e Plaza, nell'area che fa capo alle Funivie di Pinzolo, previsioni definite “di estrema importanza per l'economia gestionale del collegamento sciistico Pinzolo – Madonna di Campiglio che è stato apprezzato nel primo anno di funzionamento ma molto condizionato dalla mancanza della relativa pista”. Una seconda proposta riguarda il territorio delle Funivie di Campiglio ed è l'ampliamento del perimetro dell'area sciistica a nord-est, in modo da creare un nuovo anello fra la zona Vagliana e Malga Mondifra, le Malghette e Monte Vigo. Non solo: un nuovo impianto con relativa pista nella zona dei Serodoli viene considerato “un altro intervento molto importante per la posizione in quota in cui dovrebbe essere realizzato e per gli spazi di grande attrazione turistica”.

Roberto Bombarda, dei Verdi, vigila su quanto sta accadendo ma nella sua voce c’è il disincanto di chi ne ha già viste tante: «Io sono, haimè, realista», premette. «Il collegamento Pinzolo-Campiglio ce l'hanno venduto come mobilità alternativa ma per essere tale avrebbe dovuto essere usata tutto l'anno e anche da chi non scia. Quindi hanno virato verso una mobilità complementare e integrata. L’opera costò almeno 30 milioni di euro pubblici più investimenti dei privati». Non era però finita lì, stando al documento pubblicato dalla Comunità e disponibile anche su internet. «Io l'avevo previsto già nel 2004: era evidente che un investimento di quelle dimensioni non lo fai solo per un impianto di risalita. E’ una cosa comprensibile: si tratta di capire se è compatibile con la necessità di tutelare un bene di quel valore mondiale. Cosa penso io? Che non dovevano fare neanche l'impianto di risalita, ma hanno aggirato le norme europee (la direttiva Habitat). La mia esperienza è che quando si trovano davanti l'economia e l'ecologia, la seconda soccombe sempre».

Il consigliere verde ha contattato la presidente della Comunità Ballardini e l'assessore Vaia: «Mi dicono che quella è la bozza al documento preliminare, che sarà sottoposta a discussione partecipata con gli interlocutori locali. Alla fine dovrebbe comunque esserci un'adozione da parte della giunta provinciale». La pista tra Colarin e Plaza - continua - «non è mai stata prevista anche per una questione di difficile realizzazione: sarebbe esposta a sud e dovrebbe attraversare Fogaiard, un luogo con una forte valenza paesaggistica, tra i più belli del Trentino, con masi sparsi molto suggestivi. Dovrebbe anche attraversare la strada. Ma il danno maggiore sarebbe costituito dall'eventuale ampliamento delle piste da Poza dei Fò a Plaza: oggi c'è la funivia ma a suo tempo la realizzazione di una pista venne vietata sia per i vincoli di tutela ambientale sia per una questione di impatto idrogeologico perché il versante è molto ripido ed esposto. Adesso che c'è l'impianto vorrebbero andarci dietro con la pista: bisogna capire se i vincoli di 5 anni fa esistono ancora».

La giunta della Comunità giudicariese conta tre assessori Pd, ma Margherita Cogo non guarda in faccia nessuno: «Anche a me presidente e assessore hanno detto che è solo una bozza, ma l'hanno approvata in giunta e ciò significa che questa è la loro idea di sviluppo e di turismo. Un’idea che non condivido, perché si basa su un uso strumentale dell'ambiente contravvenendo palesemente, e questo è grave, alle norme che lo tutelano. Anzi facendo pressioni perché quelle norme vengano ampliate ed estese. Il Piano consente alle Comunità la ridefinizione delle aree sciabili, ma questo può contemplare leggeri correttivi, non costruire ulteriori impianti in zone a piena tutela integrale e all'interno dei Sic. Tutto ciò mi fa dire che le preoccupazioni che c'erano di uno sviluppo edilizio in Plaza sono legittime. Già esiste un unico comprensorio che va da Pinzolo a Folgarida. A Mondifra si rovinebbe un angolo riservato a fondo e sci alpinismo, popolato dai caprioli».

La consigliera provinciale di Tione si dice molto preoccupata da questo modello di sviluppo: «E' un peccato: fra noi e l'Alto Adige c'è una differenza di un miliardo di Pil, che deriva tutta dal turismo. La politica di sviluppo altoatesina è attenta: hanno ancora le ancore... E’ importante sfruttare le bellezze naturali ma sempre “cum grano salis”. Noi invece eccediamo nell'introdurre le ultime innovazioni tecniche, prima di pensare alla fruibilità e integrità dell'ambiente. C'è da aggiungere che di soldi pubblici oggi non ce ne sono più in abbondanza, quindi molto verrà lasciato al privato. E chi è più attento del privato nel trovare in quello che fa un beneficio economico?».

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