Piccole imprese, ok al fondo trentino
Jobs Act, soluzione locale per il sostegno alle aziende tra 5 e 15 dipendenti. Olivi: «Sarà finanziato anche dalla Provincia»
TRENTO. Il via libera era atteso ed è arrivato. La Conferenza Stato-Regioni ha approvato una norma inserita nei decreti attuativi del Jobs Act che autorizza il Trentino, insieme all’Alto Adige, a dare vita ad un Fondo territoriale intercategoriale di solidarietà per il sostegno al reddito e la riqualificazione dei lavoratori delle piccole imprese (quelle tra 5 e 15 dipendenti che oggi non godono della cassa integrazione), lavoratori che in Trentino rappresentano il 90% del totale.
Un passaggio, quello di ieri a Roma, che - commentano soddisfatti il presidente Ugo Rossi e il vicepresidente Alessandro Olivi - rafforza la delega al Trentino sugli ammortizzatori sociali riconoscendo alla Provincia di gestire in autonomia uno strumento previsto dalla recente riforma del lavoro del governo Renzi.
Dal 1° di gennaio 2016, infatti, lo Stato prevede che i lavoratori delle piccole imprese con più di 5 addetti dovranno essere tutelati con specifici ammortizzatori, finanziati con il versamento di un apposito contributo (due terzi a carico dell'impresa e un terzo del lavoratore). I contributi confluiranno su un fondo nazionale che poi erogherà le diverse prestazioni, dal sostegno al reddito alle misure per il ricollocamento. Il Trentino ha chiesto e ottenuto che le risorse raccolte localmente vadano a costituire un Fondo territoriale intercategoriale, distinto e autonomo da quello nazionale, dotato di proprie regole di funzionamento.
Due le particolarità del fondo trentino. «Alla quota versata dalle imprese e dai lavoratori - ricorda Olivi - la Provincia per legge potrà aggiungere proprie risorse, parametrate al livello di raccolta del fondo, che consentiranno di ampliare e diversificare le politiche a sostegno dei lavoratori». L’altra peculiarità riguarda il fatto che, se a livello nazionale i fondi saranno di categoria, quello trentino sarà intercategoriale ovvero aperto a tutte le categorie contrattuali, in particolare del commercio e del turismo. «Un modello di solidarietà tra comparti economici in risposta alla crisi», spiega l’assessore.
Servizi per l’impiego. Sempre nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, in vista di una riforma costituzionale che potrebbe riaccentrare nelle mani dello Stato le politiche attive, il Trentino ha ottenuto anche un altro risultato: una norma di salvaguardia che riguarda i servizi per l'occupazione e le politiche del lavoro sviluppate con l'Agenzia del lavoro e i centri per l'impiego. La norma prevede che in Trentino, grazie anche alle competenze dello Statuto di autonomia e alla delega sugli ammortizzatori sociali, la modifica della gestione di queste materie potrà avvenire solo attraverso un'intesa con la Provincia.
I sindacati. Grande soddisfazione arriva anche dai sindacati, che nel fondo territoriale hanno creduto fin dall’inizio. Per il segretario della Cgil Franco Ianeselli «il fondo diventerà il terzo pilastro del nostro sistema di welfare provinciale accanto a Laborfonds e Sanifonds», «con l'accordo di oggi si dà il via libera all'attivazione di un nuovo fondamentale ambito di azione nelle politiche del lavoro». Per la Cgil «è particolarmente importante che il fondo, intercategoriale, nasca ancora una volta da un accordo tra le parti sociali ed è la dimostrazione del ruolo attivo che queste svolgono nella costruzione di politiche di welfare provinciale, in concertazione con l'ente pubblico». Ianeselli ricorda che «le risorse serviranno a sostenere i lavoratori in caso di sospensione temporanea per crisi aziendale, per integrare il reddito in caso di licenziamento e per svolgere politiche attive del lavoro nell'ambito della riqualificazione professionale degli addetti», e proprio quest’ultimo aspetto «potrà rendere il fondo uno strumento interessante anche per le imprese che oggi possono già contare sulla cassa integrazione, ma che potranno aderire su base volontaria proprio e trovare nel fondo intercategoriale un utile mezzo per realizzare azioni di riqualificazione». «Ora tempi rapidi per l’attivazione», è il pressing della Cgil. A cui l’assessore Olivi risponde così: «La norma scatta con il 1° gennaio, ma da settembre lavoreremo con le parti sociali per costituire il fondo e definirne la governance». Roma ha dato fiducia, ora la palla ripassa a Trento.
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