Piazza Dante, violenze senza fine
Ieri sera una nuova rissa. Lo spaccio si è già spostato a Gardolo. E i vigili di ribellano: «Basta attacchi contro di noi»
TRENTO. Nemmeno lo schieramento di forze straordinario deciso dal comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza riesce a frenare le violenze in piazza Dante. E così - ieri sera poco dopo le 20 - proprio a pochi metri dal presidio costante che staziona all’imbocco della Piazza è andata in scena un’altra rissa tra stranieri. Nulla di paragonabile alla guerriglia urbana di domenica - va subito chiarito - ma comunque un episodio inquietante se collocato in un contesto di controlli e allarme sociale che, negli ultimi anni, forse non è mai stato così alto.
Tutto è successo in pochi minuti. La rissa è scoppiata nelle vicinanze del laghetto sul lato sud della piazza, quella che resta ancora più coperta dagli alberi. Le ragioni della violenza non sono note, quello che è noto, però, è bilancio della lite: un ferito col naso rotto all’ospedale, due ambulanze mobilitate e forze dell’ordine impegnate nell’identificazione dei responsabili.
Dopo la guerra per bande di domenica e il rafforzamento dei controlli, intanto, si sposta il baricentro dello spaccio cittadino. Lo dimostra l’arresto a Gardolo di un cittadino tunisino, di solito abituale frequentatore di piazza Dante. I controlli serrati delle forze dell’ordine hanno infatti spinto i tunisini e gli altri nordafricani, gestori del piccolo spaccio di droga, a cambiare zona. Non solo Gardolo, ma anche strade meno battute del centro.
Piazza Dante è diventata troppo sorvegliata. Infatti, non solo le pattuglie di polizia, carabinieri, vigili urbani, finanzieri e ora anche forestali tengono d’occhio qualsiasi movimento sospetto. Ci sono anche dieci telecamere - la cui centrale operativa si trova presso il comando della polizia locale - che sono puntate sempre sui giardini della piazza. Proprio grazie a queste telecamere, la squadra mobile è riuscita ad accumulare gli elementi di prova contro i 25 centroafricani che sono stati arrestati domenica per rissa aggravata, lesioni, resistenza aggravata e porto abusivo d’arma e che i giudici hanno tenuto dietro le sbarre con un’ordinanza di custodia cautelare. Per tutti e 25 l’ordinanza è stata motivata con la pericolosità sociale dimostrata proprio dalle immagini di quelle telecamere. Nelle foto si vedono undici degli arrestati mentre brandiscono coltellacci, bastoni e altre armi improprie.
Proprio sfruttando le fotografie della rissa, gli uomini della squadra mobile sperano di individuare anche i tunisini che hanno partecipato alla rissa di piazza Dante. Per questo, è prevedibile che nei prossimi giorni vi possano essere degli sviluppi con nuove misure.
Intanto la guerriglia dello scorso week end continua ad alimentare le polemiche. E’ di ieri, ad esempio, un lungo comunicato dell’Anvu (una sorta di sindacato della polizia locale) a firma del presidente provinciale Marco Demattè nel quale la polizia locale di Trento ricorda polemicamente i tagli di organico a cui è stata sottoposta e torna a chiedere con forza di essere dotata di quegli strumenti di sicurezza (leggi: pistole) che le consentirebbero di svolgere a pieno un ruolo di presidio del territorio: «Diteci cosa dobbiamo fare: le multe o il controllo del territorio?» - si chiedono in modo polemico i vigili che chiedono ad alcuni «consiglieri di maggioranza» in comune (il Patt, ndr) di «smettere con gli attacchi gratuiti» fatti da chi «evidentemente è poco informato».