caccia

Pezzato finisce nel mirino delle doppiette

All’assemblea dei rettori tenuta a Mezzolombardo, il presidente dei cacciatori contestato per l’assunzione senza concorso di una ragioniera


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Parole pesanti verso il presidente dell'associazione provinciale cacciatori, Carlo Pezzato, nonché verso la sua giunta, all'annuale assemblea dei “rettori” delle oltre 200 riserve di caccia del Trentino svoltasi nella sala convegni della Cantina Rotaliana di Mezzolombardo. Con l'appellativo di “rettore” oggi sono chiamati coloro che una volta erano definiti presidenti di sezione. Oggetto della contestazione l'assunzione da parte dell'associazione nei mesi scorsi di una ragioniera, assunzione fatta direttamente da presidente e giunta praticamente per chiamata diretta, senza nessun tipo di concorso. Concorso peraltro non necessario da un punto di vista giuridico, come ha ribadito con forza il presidente, ma che secondo molti dei presenti sarebbe stato auspicabile, per non dire necessario.

Nel suo intervento, Gianpaolo Pilati, rettore di Terragnolo, ha pesantemente redarguito il presidente Pezzato ricordandogli che “non è il padrone dell'associazione” e accusandolo in sostanza di una visione distorta del concetto di trasparenza. La poca trasparenza è anche l'accusa fatta a Pezzato dal rettore di Besenello, Ivano Anzelini. Durissimo anche l'intervento del rettore di Vezzano, Walter Dallapiccola, che ha lanciato strali pesantissimi verso un presidente e una giunta che lui palesamente non apprezza, così come peraltro molti dei presenti. Si è parlato anche di un documento dei revisori dei conti che ha fatto capolino i mesi scorsi nelle sezioni: una critica scritta dei revisori al presidente e ai componenti la giunta relativamente proprio all'assuzione contestata in assemblea. Di questo documento non si è però fatto nessun cenno nella annuale relazione letta in assemblea dalla rappresentate dei revisori dei conti.

Questo clima pesante ha messo in secondo piano l'intervento iniziale del presidente Pezzato che riportava dati positivi sulla tenuta del numero di soci e cacciatori in generale, dopo anni in costante pesante calo. «I permessi annuali rilasciati sono stati 6426 nel 2016 - ha sottolineato Pezzato - contro i 6488 del 2015, con un calo dello 0,94%». Calo evidentemente ritenuto insignificante.

I nuovi cacciatori che nel 2016 hanno ottenuto l'abilitazione all'esercizio dell'attività venatoria sono stati 136. La votazione finale del bilancio consuntivo, svoltasi ovviamente con una tensione palpabile, è stata fatta non per alzata di mano, come negli anni è sempre avvenuto quando il clima era di serenità, ma facendo palesare il voto rettore dopo rettore seguendo l'ordine alfabetico delle sezioni. Opportuno sottolineare che ciascun rettore portava in dote tanti voti quanti sono i cacciatori iscritti alla propria sezione. Alla fine del conteggio dei voti dei rettori, tenendo conto del loro relativo “peso specifico”, il bilancio consuntivo è passato con 2710 voti favorevoli e 1548 contrari. Per quanto riguarda il bilancio preventivo si è preso atto che i sì e i no dei rettori presenti non sarebbero variati ed è stata accettata la votazione per alzata di mano.

Sul caso che ha tenuto banco ieri nel corso dell’assemblea, ha anche presentato un’interrogazione il consigliere provinciale del M5S Filippo Degasperi: «L'Associazione cacciatori, che basa la sua esistenza sui lauti finanziamenti provinciali, a detta dei suoi stessi revisori dei conti, adotterebbe procedure per la selezione del personale da rivedere quanto a trasparenza», spiega illustrando il documento l’esponente del M5S. Nell’interrogazione Degasperi chiede di sapere, fra l’altro, «se la nuova assunta abbia rapporti di parentela o affinità con collaboratori di componenti della giunta provinciale».













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