Petali di rosa dal cielo per la «regina» dei Rom

Il funerale della moglie di Radich, importante capo famiglia a Trento da 30 anni si è concluso con un elicottero che ha gettato fiori sulla chiesa del Sacro Cuore


di Silvia Siano


TRENTO. Petali di rose dal cielo per ricordare Bujerka Radich, 51 anni, moglie di uno dei capi famiglia rom di origine slava, che da oltre trent’anni vive in città e che è mancata nei giorni scorsi, dopo una breve malattia.

Una nuvola di colori, giallo, rosso e bianco, ha avvolto il feretro all’uscita dalla chiesa del Sacro Cuore nel quartiere di San Bartolameo, dove ieri pomeriggio si sono tenute le esequie.

Tanti i parenti e gli amici presenti alla cerimonia per l’ultimo saluto alla donna. «La nostra tradizione - racconta il nipote Diego - vuole che in situazioni come questa, i rom tornino a riunirsi. Ci hanno raggiunto dal Friuli, dal veneto, dalla Jugoslavia, per partecipare al nostro dolore».

Casalinga, mamma di cinque figli, quattro maschi e una femmina, Bujerka era molto amata e conosciuta nel quartiere. «Qui le volevano bene tutti - ricorda ancora il nipote - era una buona persona, sempre sorridente e perfettamente integrata nel quartiere di san Bartolameo dove viveva da una trentina di anni. Purtroppo la malattia contro la quale ha lottato per circa un anno, se l’è portata via prima del tempo. Noi le siamo stati vicini fino all’ultimo».

La cerimonia funebre è stata accompagnata da canzoni rom suonate con chitarra e violino.

E poi al termine della funzione, figli ed amici hanno portato, il feretro sul sagrato della chiesa, dove hanno atteso l’elicottero, che in tre giri successivi, ha cosparso di petali di rosa, la bara, i presenti, le auto in transito.

Un tappeto colorato di fiori per rendere omaggio alla defunta, che è costato la bellezza di ventimila euro.

La carovana di parenti e amici, preceduta dal feretro portato a braccia dai figli, si è incamminata lungo le vie del quartiere, fino all’abitazione della famiglia Radich.

Dove l’ultimo saluto, prima della tumulazione nel cimitero di Trento, è stato accompagnato da una piccola cerimonia “festosa”. Uva e birra per i presenti: una forma di ringraziamento per la vicinanza dimostrata e un saluto che ha il sapore dell’arrivederci.

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