Pergine: un gestore unico per i nuovi teatri

Si lavora per «AltaV», azienda formata da Comune, Psa, S. Chiara e Provincia


Roberto Gerola


PERGINE. «Il recente appoggio in sede consiliare dato alla realizzazione del nuovo teatro tenda ci sprona a proseguire con maggiore entusiasmo e rafforza il progetto». Sono le parole di Paolo Oss Noser, presidente di Psa, all'indomani dei "paletti" posti con la mozione della Lega Nord bocciata anche dal Pd che si rifaceva alle 2700 firme raccolte e chiedeva di ripensare tutta l'operazione. Nel contempo, erano stati chiariti anche alcuni aspetti legati ai costi della gestione per i quali ci sono preoccupazioni. Li ha chiariti l'assessore alla cultura Marco Morelli specificando in maniera sintetica l'azione del Comune, per altro illustrata più volte in sede amministrativa e anche consiliare.  «Si lavora da mesi alla cosiddetta "AltaV" - ha detto - l'ente che composto da Comune di Pergine, Psa, Provincia, S. Chiara ed altre realtà, rispecchierà nelle sue componenti la valenza provinciale del teatro tenda ma che si occuperà anche del teatro comunale di piazza Garibaldi che sarà pronto nel 2013. In questo caso i costi di gestione non graveranno sulle casse comunali. Se si avranno due gestioni diverse, ma cerchiamo di evitare che ciò si verifichi, il Comune si occuperà del teatro comunale come è logico sia. Per quanto concerne invece la politica culturali, il Comune sosterrà come sempre l'azione di Psa, così come le stagioni di prosa, di lirica, di musica classica. È chiaro: i costi gestionali dei teatri - ripete - spetteranno a chi avrà le strutture».  Costi di gestione, ma anche collocazione e dimensioni e se l'opera sia veramente necessaria sono stati al centro delle dichiarazioni del Pd. «La mozione della Lega è strumentale» dice riconoscendo che «il processo che ha portato al nuovo teatro è partito da lontano e si è burocraticamente concluso. Ci preoccupano i costi di gestione: l'opera è sostenibile? Chi ripianerà i buchi che potrebbero essere anche di migliaia di euro?».  Stupefatta di queste dichiarazioni "Alternativa" che ha appoggiato il progetto. «Stupefatti perché - dice in una nota - il Pd mette in discussione l'utilità dell'opera per costi e collocazione, raccoglie 2700 firme di oppositori ma di fatto le ignora e appoggia il progetto perché altrimenti si va tutti a casa e addio poltrone». La struttura sorgerà demolendo ex falegnameria ed ex centrale termica a circa 600 metri dai "Tre Castagni" e utilizzando un anfiteatro naturale.

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