Per il dopo-Moltrer c’è Baratter in pole ma è sfida nel Patt

Il capogruppo punta alla presidenza del consiglio regionale ma il partito deve fare i conti con le aspirazioni di Kaswalder


di Chiara Bert


TRENTO. Lorenzo Baratter scalda i motori e punta a raccogliere il testimone del suo grande amico Diego Moltrer alla presidenza del consiglio regionale. È il suo il nome più accreditato per la successione, ma il capogruppo dovrà fare i conti con Walter Kaswalder perché la sfida si gioca tutta dentro il Patt. Kaswalder, che ne è il presidente, già un anno fa quando in maggioranza si decise che la casella del consiglio regionale spettava agli autonomisti, era stato in ballottaggio con Moltrer: li separavano 500 preferenze, e dalla sua Kaswalder poteva vantare una lunga esperienza amministrativa. Fu scelto Moltrer, il mocheno che sapeva parlare ai tedeschi altoatesini, e sappiamo quanto la poltrona considerata la più comoda, sia diventata, con lo scandalo-vitalizi, bollente.

Sulla carta Kaswalder oggi sarebbe in pole position. «La scelta più naturale per numero di voti ed esperienza», conferma il segretario del Patt Franco Panizza. Ma il governatore Ugo Rossi si è affrettato a dichiarare che non sarà il criterio delle preferenze a orientare la scelta. Ecco allora che le quotazioni di Kaswalder hanno perso quota. E Baratter ha deciso di giocare fino in fondo la partita. Le sue parole, nell’orazione funebre di Moltrer a Fierozzo, sono sembrate già una risposta all’offensiva lanciata dagli ex consiglieri contro la riforma dei vitalizi: «Proseguiremo la tua battaglia con ancora più forza». Battaglia su cui Baratter è stato tra quelli che più hanno spinto l’acceleratore. E il suo nome, da parte del partito, rappresenterebbe una reazione agli ex e alla vecchia guardia Svp, basti pensare alla frenata del vicepresidente vicario Thomas Widmann sulla trasparenza dei ricorsi. Ma Kaswalder, che da giorni evita accuratamente di esternare sull’argomento, non si farà scaricare in silenzio, assicura chi lo conosce. «Ha le carte in regola, ma paga il prezzo di aver fatto opposizione dentro la maggioranza», osserva il deputato del Patt Mauro Ottobre, «Baratter ha dimostrato di poter portare avanti l’eredità di Moltrer». Nel Pd la segretaria Giulia Robol e il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi hanno tratteggiato un profilo diverso da quello di Kaswalder, giudicato poco coalizionale, e sollecitato un nome di apertura. Robol si è spinta anche a dire che non vedrebbe male una donna. L’unica nel Patt - escludendo la new entry Manuela Bottamedi che si è già autoesclusa e oggi non avrebbe comunque chance - è la giovane Chiara Avanzo. Nel partito è considerata brava ma inesperta, senza il polso necessario per guidare l’aula in un clima non facile. Nel Pd un consigliere fa notare che «nessuno di noi e dell’Upt ha realmente posto un veto sul nome di Kaswalder, è piuttosto il Patt che deve sciogliere il nodo interno». C’è anche chi nota che «la retorica sull’autonomia di Baratter non è il profilo più adatto per un ruolo istituzionale» e che «se bisogna scegliere in continuità con Moltrer» allora il nome giusto sarebbe Graziano Lozzer. Tra i rumors di queste ore anche qualcuno nel Pd che spingerebbe per Donata Borgonovo Re, considerata presenza ingombrante in giunta. E chi non vedrebbe male il ladino Beppe Detomas, come Moltrer rappresentante delle minoranze, anche in una logica di rapporti con la Svp. Ma alla fine sarà il Patt - più d’uno dice Ugo Rossi - a dover decidere.

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