Pensioni, alle donne 600 euro in meno
Il divario con gli uomini al centro dell’Equal Day. L’assessora Plotegher: «Più sostegno a chi assiste figli o anziani»
TRENTO. Le pensioni sono uno dei tanti fronti su cui le donne scontano una evidente diseguaglianza. Fotografano questa situazione i dati forniti dalla presidente di Pensplan Centrum, Laura Costa presente ieri in città allo stand informativo dove ci si è potuti rivolgere per ottenere informazioni qualificate in materia di previdenza. L’importo mensile di pensione di vecchiata vede l’uomo percepire 1.337 euro a fronte dei 676 della donna; le pensioni di vecchiaia sotto i 1.000 euro al mese sono il 37% per gli uomini e salgono all’83% per le donne; le pensioni di vecchiaia che superano i 2.000 euro al mese si attestano al 18% per gli uomini e si fermano al 3% per le donne. Enorme poi la differenza tra il pubblico ed il privato.
Oggi, si tiene la conferenza dibattito in occasione del 3° Equal Pension Day Regionale, dalle 10 al Dipartimento di Economia in via Inama 5, che ha per sottotitolo “Il valore della cura degli affetti nell’economia sociale”. Un dato significativo, chiarito dall’assessora Plotegher, è che il lavoro di una donna in famiglia, tra cura, assistenza e lavoro domestico, da solo rappresenta il 30% del Pil. «Io vedrei bene – ha aggiunto – non 6 mesi ma due anni di aiuto da parte della Regione a favore di chi, pur non lavorando, assiste i figli o gli anziani, con i contributi figurativi come accadeva un tempo per il servizio militare». Pur essendo migliore la situazione nella nostra regione rispetto al resto d’Italia, le statistiche sulle pensioni dell’Inps parlano chiaro ed evidenziano significativi squilibri di genere. In Trentino le donne pensionate nel pubblico sono 12.748, i maschi 18.214; la pensione per la femmina è di 1.412 euro, quella del maschio 2.219. Nel privato cambiano di molto: i maschi sono 54.939, le femmine 74.629, con 1.325 euro per i maschi e 652 per le femmine. In Alto Adige, nel privato le pensionate sono 73.704 e percepiscono 636,68 euro, i maschi 56.628 con pensioni medie di 1.166,53. Nel pubblico, i maschi sono 10.351 con pensioni medie di 2.515,84, le donne 14.063 e pensioni da 1.614,32. I numeri sono più completi, ha aggiunto Violetta Plotegher, se si considerano anche le pensioni di reversibilità. La differenza media totale tra la pensione maschile e quella femminile si attesta al 33%. La soluzione: informarsi ed agire per tempo per la propria autonomia economica, perché il sistema di previdenza obbligatoria da solo non sarà più sufficiente per offrire un’adeguata futura copertura pensionistica. Il ricorso a forme di previdenza complementare, sin da ragazzi, rappresenta quindi un’opportunità da cogliere il prima possibile. (c.l.)