Pena bassa, il gip respinge il patteggiamento di Renna
Il dirigente provinciale è accusato di violenza sessuale e maltrattamenti su alcune impiegate a lui sottoposte. Per il giudice si tratta di episodi gravi
TRENTO. Pena troppo bassa. Il giudice Michele Maria Benini ha respinto il patteggiamento concordato dalla difesa del dirigente provinciale Paolo Renna e dalla Procura. La pena prevista dall’accordo era di un anno e otto mesi di reclusione per violenza sessuale e maltrattamenti. Renna, difeso dall’avvocato Monica Baggia, è accusato di aver sottoposto ad attenzioni pesanti e maltrattato nove impiegate della Provincia che lavoravano nel suo ufficio. L’inchiesta era partita dalla querela di una delle impiegate. Il giudice ha ritenuto che gli episodi contestati, in particolare quelli riguardanti la donna che ha presentato querela e una sua collega, non potessero rientrare nella previsione del quinto comma dell’articolo 609 bis, che riguarda il cosiddetto fatto lieve. Per il giudice questi episodi sono più gravi, quindi il calcolo della pena dovrebbe essere diverso, partendo da una pena base di cinque anni e senza la diminuzione dei due terzi prevista per i fatti meno gravi. In questo modo, però, la pena, considerando la diminuzione di un terzo che viene riconosciuta per la scelta del rito, andrebbe sopra i tre anni. Adesso, però, la questione finirà sul tavolo di un altro giudice, visto che Benini è diventato incompatibile. L’udienza è stata rinviata al 6 novembre davanti al giudice Carlo Ancona. L’accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Giuseppe De Benedetto e Davide Ognibene, ha intenzione di ripresentare lo stesso accordo al nuovo giudice. La difesa esprime qualche dubbio sulla contestazione di maltrattamenti, ma probabilmente chiederà ancora di patteggiare. Dopo, si aprirà il capitolo disciplinare. Renna, infatti, rischia anche il posto, visto che l’apertura di un procedimento disciplinare della Provincia è praticamente certa. Quando è esploso il caso, Renna è stato subito trasferito dal Servizio innovazione e sviluppo del Sistema scolastico alla Cultura.
Nel capo d'imputazione sono indicati sei episodi di presunti atti sessuali le cui vittime sarebbero donne diverse, tutte dipendenti provinciali del servizio istruzione. Si parla di palpeggiamenti, pesanti avances. In altri tre casi, invece il comportamento del dirigente e le battute spinte, hanno portato all'accusa di maltrattamenti. A sporgere querela contro il dirigente è stata una dipendente che ha denunciato di essere stata vittima di pesanti attenzioni a sfondo sessuale, anche con contatti fisici, da parte di Renna. Il caso, però, non sarebbe stato isolato. La procura, nei mesi scorsi, ha infatti sentito numerosi dipendenti dell'ufficio e sarebbero arrivate delle conferme da parte delle stesse impiegate.
©RIPRODUZIONE RISERVATA