Pedaloca, distillato di goliardia pura

Senza classifica, la «regata» più pazza dell’anno è andata in scena nel canale della Rocca davanti a centinaia di spettatori


di Sergio Molinari


RIVA. Chi c'è, se la gode. Sempre più folle, sempre più s-programmata, sempre più comica e meno agonistica, la Pedaloca – in una qualsiasi delle domeniche d'agosto – piomba all'improvviso sulle acque del golfo di Riva, divertendo i protagonisti mascherati del Pub all'Oca (che la preparano in sordina per settimane) e il foltissimo pubblico che passeggiando prima davanti al bar Italia (dove c'è il ritrovo dei partecipanti), poi tra il porticciolo del Brolio e il canale della Rocca (dove si effettua la goliardata in pedalò), ha la fortuna di imbattersi nella geniale competizione inventata anni fa dall'indimenticabile Ezio Dossi e oggi perpetuata dalle figlie Amedea e Chicca con il loro staff.

La Pedaloca 2013 si è dunque disputata ieri senza proclami, preceduta sabato sera da grandi festeggiamenti musicali in via S.Maria per il trentunesimo anniversario del più storico pub della città. Smaltite le fatiche notturne, la varia gioventù del locale s'è ritrovata verso mezzogiorno, alla spicciolata, nel bar di piazza Cavour e da qui, in sfilata, ha raggiunto i pedalò del Brolio. Ce n'era per tutti i gusti nei travestimenti: calciatori di sciagurata fama (Best, Adriano: ad esempio), tartarughe Ninja, Umpa Lumpa, pagliacci, tirolesi, maialini e chi più ne ha, più ne metta: ragazzi e ragazze, equipaggi misti, tutti muniti dell'indispensabile munizionamento, ovvero secchi e contenitori vari d'acqua per l'inevitabile battaglia che si profilava tra le onde del vecchio Benaco. E conflitto è stato, secondo tradizione: gli spruzzi d'acqua, gli arrembaggi da un pedalò all'altro, i tuffi non voluti si sono susseguiti subito dopo l'urlo strampalato della sirena di partenza. E tutti i partecipanti, anziché pensare alla gara sul classico percorso (che prevede il ritorno al Brolio dopo l'aggiramento del canale della Rocca) si sono dedicati ad attività più ludiche. Prima fra tutte quella di coinvolgere qualche ignaro turista che con natante a noleggio s'era avvicinato incautamente alle ciurme scatenate della Pedaloca. E' stato accolto da sonore secchiate d'acqua, ma ovviamente l'ha presa sul ridere.

Mentre il pubblico si ingrossava di minuto in minuto, la guerra finale più spettacolare, a pochi passi da traguardo, s'è svolta – come sempre – davanti alla strettoia del ponte levatoio, dove la doccia, dall'alto e dal basso è stata colossale: anche a spese di decine di spettatori, avvicinatisi alla bolgia per scattare delle foto o solo per partecipare al gioco. In tutto un paio d'ore di goliardia cristallina, che a Riva è la cosa che riesce meglio, a conferma di una vocazione anarchica della città che si tramanda di generazione in generazione. Se c'è qualcosa di istituzionale, muore sul nascere. La Pedaloca, che è festa imprevista ed imprevedibile, dura ormai da lustri.

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