Pd, spunta l’idea dei “tre saggi”
Nicoletti dimissionario e Pinter in ferie: assemblea il 29 Rudari: traghettatori super partes che ci portino al voto
TRENTO. E adesso? Come rimettere assieme i cocci di un partito che non solo si è visto passare davanti un treno, quello della presidenza della Provincia, che rischia di non ripresentarsi per una decina d’anni, ma che da quel treno è stato addirittura investito e travolto? Nella migliore tradizione del partito, che già in vista delle primarie aveva via via posposto le proprie decisioni rinviandole da un’assemblea all’altra, per settimane, anche questa volta la soluzione è quella di prendersi un po’ di tempo. E paradossalmente, a favorire l’approfondimento della riflessione, è proprio quel Roberto Pinter da molti accusato di aver gestito male la partita primarie. Sta infatti a lui, in quanto presidente del pd, convocare l’assemblea del partito a cui il segretario Nicoletti ha annunciato di voler rimettere il proprio mandato. Ma Pinter è in ferie, dunque si dovrà attendere il suo ritorno. La propria disponibilità l’ha già data, per venedì 26 o lunedì 29. Per la convocazione dell’assemblea, è più probabile questa seconda data.
Una decina di giorni ancora dunque, per stabilire il da farsi. Sempre che la guerra l’un contro l’altro armati, tra chi individua la causa dell’insuccesso nel profilo di Olivi e quest’ultimo che accusa un’ampia fetta del partito per non averlo sostenuto, tra “pinteriani” e “nicolettiani” e quant’altro offre la variegata struttura interna del Pd, non porti all’implosione definitiva di quello che, comunque, resta il maggior partito del Trentino. Per quanto tutto da ricostruire. Ancora una volta tutto ruota attorno alla decisioni dell’assemblea del partito. Che nel caso di accettazione delle dimissioni del segretario Nicoletti, dovrebbe individuare immediatamente una soluzione: con agosto di mezzo, le elezioni sono pressoché alle porte. E se l’ipotesi di un traghettatore da qui alle elezioni provinciale di fine ottobre resta quella più accreditata, la sua identità è ancora tutta da definire. C’è chi vorrebbe il sindaco Alessandro Andreata, ma l’interessato si è già chiamato fuori. Si fa anche il nome dell’ex leader della Cgil Bruno Dorigatti, mutuando quindi il modello Epifani del partito nazionale, ma la sua carica istituzionale di presidente del Coniglio provinciale fa a pugni con un incarico politico di partito. E così a farsi strada è la proposta lanciata dal consigliere provinciale Andrea Rudari lunedì scorso in assemblea: una “troika” super partes, cui affidare ciò che resta del Pd.
Non una grande invenzione, ammette lo stesso Rudari, ma probabilmente l’unica strada possibile vista l’impraticabilità oggettiva di un congresso e, soprattutto, l’impossibilità di trovare un nome condiviso dall’intero partito. Non solo: affidare il partito a una sola persona implica che questa debba poi dedicarvisi a tempo pieno. E si tratta di definire la lista dei candidati, contribuire a elaborare il programma politico della coalizione, organizzare la campagna elettorale... Meglio unire le forze. Facendo tra l’altro in modo che tali forze siano attrezzate, sotto tutti i punti di vista, in vista del rapido approssimarsi del voto provinciale. Tre nomi dunque. Ma chi? Non i consiglieri provinciali, che per Rudari dovranno invece battere il territorio pancia a terra. Piuttosto, figure esterne alla stessa assemblea, di provata esperienza. E soprattutto super partes: per ricucire le ferite.
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