Pd, primarie di Natale Ma c’è il «caso Senato»
Il 29 e 30 dicembre si voterà per scegliere i candidati al parlamento Ma per Palazzo Madama il nodo riguarda l’alleanza di centrosinistra
TRENTO. Il Pd rilancia e sceglie ancora una volta le primarie. Archiviate quelle per il leader della coalizione, ecco sfornate, questa volta sotto l’albero, le primarie per scegliere i candidati del Pd al parlamento. Lo ha deciso ieri la segreteria nazionale allargata ai segretari regionali (per il Trentino Alto Adige era presente il vicesegretario altoatesino Carlo Costa, il segretario trentino Michele Nicoletti era impegnato in commissione d’esami all’università). Si voterà il 29 e 30 dicembre, ultima data giudicata disponibile nel caso in cui - ipotesi più accreditata - le elezioni si terranno il 17 febbraio.
Chi può votare. A mettere a punto il meccanismo di partecipazione sarà lunedì la direzione del partito, ma una nota diffusa ieri dalla segretaria ha chiarito che il voto sarà riservato agli iscritti al Pd e ai votanti alle primarie del 25 novembre che al momento del voto si dichiarino elettori del Pd. Una decisione che a livello nazionale ha già scatenato la dura reazione dei sostenitori di Renzi, secondo alcuni dei quali sarebbe opportuno aprire la partecipazione anche a chi non ha votato alle ultime primarie ma si dichiara elettore del Pd. «Facciamole più aperte possibile, anche i 100 mila esclusi il 2 dicembre devono poter votare - incalza il consigliere provinciale Andrea Rudari - non vorrei mai che avessimo candidati che prendono meno voti di un eletto nel direttivo della Croce Rossa ...».
I candidati. Quanto all'elettorato passivo, ovvero al modo in cui saranno formate le liste, il Pd ha spiegato che «saranno gli organi territoriali e gli iscritti a selezionare i candidati da sottoporre alle primarie». Per essere candidati non sarà però necessario essere iscritti al partito. Sulla base della proposta Vassallo, a sostegno della candidatura dovranno essere raccolte un certo numero di firme tra gli iscritti (si parla del 3%) o avere almeno il 5% dell’assemblea provinciale. La regola nazionale ha stabilito che per chi ha già ricoperto più di tre mandati, sarà necessario chiedere una speciale deroga agli organismi dirigenti.
I nodi da sciogliere. In Trentino le primarie dovranno fare i conti con una situazione più complessa rispetto al resto d’Italia. E questo per due ragioni. La prima è che alla Camera - dove alle ultime elezioni del 2008 il Pd ha eletto 3 deputati, Gianclaudio Bressa, Luisa Gnecchi e Laura Froner - si vota su una lista regionale e va garantita una presenza al Pd altoatesino. Inoltre deve essere garantita l’alternanza di genere. Ma il problema più spinoso riguarda il Senato, dove - diversamente dalle altre regioni - si vota con il sistema dei collegi uninominali (viene eletto un solo candidato per collegio), 3 in Trentino e 3 in Alto Adige. Un sistema che ha fin qui spinto il centrosinistra autonomista a presentarsi in coalizione, nel 2008 con Mauro Betta dell’Upt a Trento, Claudio Molinari del Pd a Rovereto-Riva, Sergio Muraro per gli autonomisti inValsugana. Cosa accadrà però in questa tornata elettorale, in cui Dellai e l’Upt sono impegnati nel progetto “Verso la Terza Repubblica” che - ad oggi - si presenterà come concorrente del Pd? Va inoltre ricordato che in base all’accordo Pd-Svp, il collegio di Bolzano-Bassa Atesina è assegnato alla Svp (che ha eletto Oskar Peterlini). C’è già chi ipotizza di fare le primarie solo per scegliere i candidati alla Camera. E chi invece sostiene che è meglio votare un’unica lista per Camera e Senato (come avverrà nel resto d’Italia). «Nessuna preventiva spartizione di collegi - avverte il consigliere provinciale Mattia Civico - il Pd farà le sue primarie e poi si siederà al tavolo della coalizione per vedere se ci sono le condizioni per soluzioni condivise al Senato». Magari, azzarda qualcuno, con Dellai candidato al Senato se i centristi pro Monti siglassero un’alleanza con il Pd.
Le reazioni. Intanto tra i Democratici prevale l’entusiasmo. «Si può essere spaventati dallo sforzo oppure dire “finalmente”, io mi metto senza incertezze tra i secondi», dichiara il segretario cittadino del Pd Vanni Scalfi, «questa è una bella notizia, affrontiamo la sfida e i problemi li risolveremo. Ora si tratta di rimobilitare le centinaia di volontari per questa nuova prova di democrazia». «Vogliamo fare le primarie e farle bene - dice Civico - questo richiede che ognuno ci metta un po’ di responsabilità».
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