Pd, pressing per le primarie interne

Oggi l’assemblea dopo il lancio della candidatura di Luca Zeni. Intanto Pacher conferma che a ottobre non sarà in campo


di Chiara Bert


TRENTO. Primarie interne per scegliere il candidato del Pd alla guida della Provincia. La proposta arriverà questa sera sul tavolo dell’assemblea provinciale del partito, con un documento elaborato dal gruppo di Prossima Trento di Vanni Scalfi, Andrea Pradi e Elisabetta Bozzarelli. Il pressing pro-primarie cresce ancora di più dopo il debutto della campagna elettorale di Luca Zeni, che sabato lo ha detto chiaramente: «Se la coalizione non ci sta, le primarie le faremo come Pd».

La necessità di individuare un metodo di selezione è imposta dalla presenza in campo di più candidati del Partito democratico. Donata Borgonovo Re, tra gli invitati all’iniziativa di Zeni, si è orgogliosamente presentata come «competitor» del capogruppo. Nel giro di un paio di settimane scioglierà le riserve anche l’altro nome da tempo dato ai blocchi di partenza, l’assessore provinciale Alessandro Olivi. Il quale nei giorni scorsi ha detto che si farebbe da parte solo nel caso in cui Alberto Pacher tornasse sui suoi passi e decidesse di candidarsi a ottobre. Ma il presidente reggente lo ha ribadito anche nei giorni scorsi in colloqui privati: «Non cambio idea, la mia decisione l’ho presa».

Il primo sostenitore delle primarie è il segretario Michele Nicoletti, che anche ieri ha ripetuto: «Nel caso di primarie di coalizione punteremo ad arrivarci con un solo candidato. Se invece ci fossero primarie a doppio turno (come nella sfida Renzi-Bersani) ci potrebbero essere più nomi del Pd». Sono di fatto le due ipotesi contenute nel documento di ProssimaTrento. «Le primarie non sono un’opzione, sono una regola fondativa del Pd», dice il coordinatore di Trento Vanni Scalfi. Un altro deciso sostenitore delle primarie è il consigliere Mattia Civico: «Tergiversare non è utile, si decida già domani (oggi, ndr) come farle. La mia idea è che si facciano primarie interne prima e di coalizione poi, dove arrivare con un solo candidato. E siccome vorrei che il candidato del Pd fosse sostenuto convintamente da tutti, il lavoro delle prossime settimane sarà di valorizzare ciò che unisce i candidati. è quello che ho detto a Luca Zeni e Donata Borgonovo Re, ma il ragionamento si può allargare benissimo anche a Olivi».

Ma sulle primarie pesano anche diverse contrarietà. A partire da quella dell’Upt, ribadita pochi giorni fa al vertice di coalizione. Ma anche da parte di chi, dentro il Pd, vede il rischio che portino ad una contrapposizione interna fratricida. «Non sono la soluzione a tutti i mali, guardiamo com’è andata con Bersani», avverte il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Trento Alessandro Andreatta. Ma il fronte pro-primarie oggi è maggioranza nel partito: «Resto convinto - dice Andrea Pradi - che il candidato che viene scelto dai cittadini nel modo più partecipato ha molte più chance di vincere alle elezioni rispetto a uno scelto dai partiti nel chiuso di una stanza». Ieri intanto, commentando l’evento-lancio di Zeni, il candidato del Patt, l’assessore Ugo Rossi, ha dato una stoccata: «Meglio un confronto di coalizione sui programmi che iniziative dei singoli». Con Zeni si è invece fatto avanti via Twitter l’economista Sandro Trento, docente all’Università di Trento: «Se può essere utile mi farebbe piacere dare una mano».

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