Pd al 50% in città ma il bis di Andreatta non è scontato

La segretaria Robol ha preso tempo: «Sul candidato sindaco scelta di coalizione» Alleati tiepidi. L’Upt: «Luci e ombre». Il Patt: «Non è stato vicino al nostro partito»



TRENTO. A un anno dalle elezioni comunali, a Trento il dibattito sulla ricandidatura del sindaco uscente Alessandro Andreatta è già cominciato. Se non ufficialmente, nelle stanze della politica il tema è ormai sul tavolo. E se il risultato delle Europee ha fatto volare il Pd, partito del sindaco, al 49% in città, rafforzando indubbiamente la leadership democratica della coalizione, è altrettanto vero che ad oggi il bis di Andreatta non può dirsi scontato. E questo nonostante il diretto interessato abbia da tempo dato la propria disponibilità ad un secondo mandato, per portare avanti il lavoro impostato in questa prima legislatura extra-large, cominciata in anticipo nel 2009 a seguito del trasferimento dell’allora sindaco Pacher in Provincia.

Gli ostacoli per Andreatta vengono dall’interno del suo stesso partito, dove i mal di pancia dentro la compagine comunale per un’azione di giunta giudicata spesso «poco incisiva» non sono di oggi. E al contempo vengono dagli alleati, Upt e Patt in primis, che ad oggi si mostrano molto tiepidi.

Che nulla si possa dare per scontato lo ha dimostrato lunedì la segretaria del Pd Giulia Robol, che nei commenti post-Europee, a domanda precisa sulla ricandidatura di Andreatta, ha risposto senza sciogliere i dubbi: «Il nome del candidato sindaco non lo faccio perché non è il momento e non sono nella condizione di volerlo anticipare. La scelta di un sindaco ha logiche molto particolari e verrà fatta come coalizione, anche se il protagonismo del Pd sarà scontato a maggior ragione dopo il risultato eclatante delle europee». Tema rinviato, dunque, e a più d’uno nel Pd la risposta della segretaria non è passata inosservata, letta come una mini retromarcia rispetto a sue dichiarazioni di appena una settimana prima.

E gli alleati? Upt e Patt non sembrano lanciati a sostenere Andreatta. «Sul sindaco ci sono luci e ombre, non mi sento di dire oggi Andreatta sì o no», dice il capogruppo Upt Massimo Ducati. «Non possiamo dire che abbia lavorato male, ma certo su alcune cose si poteva essere più incisivi, come i parcheggi e la pulizia della città». «Di certo il candidato sindaco non è una questione solo del Pd, sarebbe sbagliato se da parte loro, forti del risultato delle europee, si cercasse di forzare. Io penso che fino all’autunno si debba continuare a lavorare sul fronte amministrativo e poi si aprirà un dibattito come coalizione. Ricordo che in più di un’occasione i consiglieri Upt sono serviti a stabilizzare la maggioranza che spesso ha dovuto affrontare discreti mal di pancia del Pd».

Usa pochi giri di parole il capogruppo del Patt Fabio Armellini: «A decidere saranno le segreterie di partito, ma se vuole sapere la mia opinione io la ricandidatura di Andreatta io non la dò affatto per scontata. Il sindaco ha le sue colpe e non è stato vicino al nostro partito. Quando gli serviamo dobbiamo essere bravi soldatini in aula, ma quando gli abbiamo chiesto noi è stato sordo». Per esempio? «Per esempio siamo delusi dall’azione sui parcheggi, noi chiedevamo quello in piazza Venezia e l’interramento di via dei Ventuno. E poi il sindaco ha fatto tanto per la città, poco per le periferie. E i soldi li ha tirati fuori dove ha voluto». (ch.be.)













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