politica

Passera, l’antidivo che piace ai moderati

L’ex ministro a Lavarone. Tra il pubblico tanti curiosi e “naufraghi” del centrodestra trentino che cercano un nuovo leader


di Paolo Mantovan


LAVARONE. Corrado Passera è l’antidivo. L’ex ministro è così misurato che anche il pubblico, mentre entra nel salone del Centro congressi di Lavarone, si sintonizza e lo accoglie con un applauso timido e composto. Corrado Passera è l’esatto contrario dei personaggi da hit parade della politica.

Lui non fa i “selfie” con il suo pubblico: Corrado Passera sfodera la penna e mette l’autografo sul suo libro. Corrado Passera evita accuratamente di scaldare i cuori. E il suo popolo cerca proprio lui. Un leader razionale, cartesiano, che sta al suo posto, che fa parlare il pedigree piuttosto che gli annunci. Che non muove un sopracciglio quando il primo intervento dalla sala tenta di travolgerlo con le accuse alle banche, a Banca Intesa, al ruolo che Passera ha avuto rispetto alle banche, a Banca Intesa. Dal pubblico c’è chi gli lancia uno sguardo come a dirgli: dai, adesso tiragli un “cartone verbale”, ma Passera niente, fa l’educato. E soprattutto non tenta neppure di rispondere con una battuta. Nella sala del Centro Congressi di Gionghi di Lavarone, Passera, sotto la raffica di domande del giornalista Sandro Scabello, continua a snocciolare ragionamenti, a proporre equazioni, a ribadire educate certezze.

Paolo Zanlucchi, consigliere comunale a Trento, lo guarda con attenzione ma senza trasporto, ed è come se fosse felice di non dover più tifare, in quest’epoca delle emozioni. «Lo sto seguendo da tempo. C’è bisogno di qualcuno che rimetta in gioco un’area che non si sente rappresentata». Ivo Tarolli (che è vicinissimo a Passera e, in Trentino, ha già riavviato molti contatti, Zanlucchi compreso) non c’è, è in montagna, sul Catinaccio, con i suoi figli: ma quello di ieri non era un appuntamento politico, l’incontro politico in Trentino (con Tarolli certamente sacerdote) sarà a fine settembre. Quello di ieri era un dialogo estivo, la presentazione del libro “Io siamo” che Passera porta in tutte le località turistiche, con un tour che - anche quello - è lontanissimo dallo stile dei camper e delle piazze. Arriva Enrica Rigotti, sindaco di Isera: si fa autografare il libro, che poi è il manifesto del nuovo movimento di Passera “Italia unica”. «Sì - spiega Rigotti - sto cercando di capire qual è il suo profilo, sto cercando di capire che spazio c’è per una nuova proposta come quella che mette sul piatto Passera».

Una nuova proposta. L’idea più forte è il titolo del libro: “Io siamo”, l’intento di sorpassare l’individualismo, di ritrovare un senso di comunità. Ma una comunità che fa l’occhiolino al centrodestra. Ma per convincere il popolo del centrodestra (abituato al berlusconismo e a tratti sensibile al renzismo) oltre a ribadire valori liberali sarebbe forse necessario aggiungere “benzina mediatica”. Tra il pubblico di Lavarone ci sono alcuni trentini e roveretani che hanno seguito il movimento “Fare per fermare il declino”, poi alcuni liberali storici. Antonio Bozzi, di Trento, prende il microfono: «Nel ’95 ho capito che Berlusconi non sarebbe stato il nuovo partito liberale. Poi vent’anni duri. Adesso sta sucendendo qualcosa nel centrosinistra che con Renzi sta diventando socialdemocrazia, ma fuori da quell’area non si vede alternativa, non c’è una forza liberale nascente».

Ecco, qui ti volevo Corrado Passera. Ed è su questo punto che si gioca la partita. «Il movimento “Italia unica” vuol essere un cantiere per rimettere in moto quel paese: crediamo nei valori tipici dell’area liberale e dell’area popolare». Passera, insomma, guarda al centro-centrodestra. «Ma soprattutto guardiamo a tutti quegli italiani che non sono andati a votare e a chi ha scelto scheda bianca». Proprio come Passera. «Sì, alle ultime elezioni mi sono espresso con una scheda bianca perché non mi sento rappresentato da nessuno degli attuali partiti. Berlusconi? Ha fallito pesantemente. Renzi? Mi ha già deluso: mi aspettavo un impegno forte sulle politiche del lavoro ma sento solo spot e poi sta proponendo l’Italicum che è quasi identico al Porcellum. Renzi è un non-cambiamento». E poi di Monti non dice nulla, fa intuire che non ha un buon ricordo, di Grillo non parla, vuole solo andare a convertire qualche suo voto. E poi insiste sul piano della meritocrazia. E sul ministero della bellezza, che dovrebbe riunire cultura, ambiente e turismo, la grande bellezza.

E così ei giorni delle celebrazioni degasperiane Passera sale in Trentino, a Lavarone. A proporre la sua ricetta. Tra il pubblico spunta il professor Luciano Pilati, anche lui ossservatore incuriosito. Passa di lì anche il giovane Valduga. E poi si vedono altri che, come Zanlucchi e Rigotti, si erano avvicinati (in fase nascente) al movimento di Grisenti: quello sì, in effetti, può essere un ampio bacino per “Italia unica”. Tarolli, dal Catinaccio, fa sapere che c’è già tanto popolo di centro-centro-centrodestra che segue Passera. In settembre si capirà qualcosa di più.













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