Passamani: «Sono pronto per un assessorato»

L’ex sindaco di Levico: all’Upt spettano due assessori, per risultati e storia Mi metto a disposizione di Rossi. Grisenti? La sua è stata una scelta suicida


di Paolo Piffer


TRENTO. All'esordio da aspirante consigliere provinciale ha fatto il botto. Terzo nella lista Upt, con 3115 voti, dietro agli “stagionati” Mellarini e Gilmozzi. Vista la fine che ha fatto il capolista Dalfovo, anche lui un neofita della massima competizione elettorale trentina, un risultato più che ragguardevole. Lasciando alle spalle uscenti quali Depaoli, Lunelli e Panetta. Tantoché Gianpiero Passamani, 46 anni, ex sindaco di Levico, già margheritino, dirigente ora in aspettativa del gruppo Eurobrico (dal ruolo di responsabile del personale ha dato le dimissioni), è considerato nel borsino dei bookmakers in ascesa, papabile per un posto nell'esecutivo del presidente Rossi. E non si nasconde. «Certo, mi metto a disposizione, mica sono un ipocrita. Nel rispetto - afferma Passamani - del lavoro e delle scelte del presidente Rossi, qualsiasi esse siano, purché vengano salvaguardate la dignità e il valore di un partito come l'Upt che ha pur sempre conquistato cinque seggi. Comunque, a parte l'urbanistica, mi sento in grado di potermi occupare di qualsiasi altro settore. Da politico, non da tecnico. Perché - continua - meno sei un addetto ai lavori maggiori scelte politiche si fanno. I politici facciano i politici, i tecnici i tecnici. E in Provincia di tecnici ce ne sono di ottimi».

Sembra parli già da assessore in pectore. All'Upt, “secondo dignità e valore”, per stare al suo ragionamento, uno o due assessori?

Non c'è ombra di dubbio, all'Upt ne spettano due, per numeri, competenza e storia. Siamo stati, come Margherita, e saremo ancora, in quanto Upt, molto utili alla coalizione che governa il Trentino.

Il presidente Rossi le ha già telefonato, così, tanto per sondare il terreno?

L'ho incontrato in campagna elettorale. Ma di queste cose non abbiamo mai parlato.

Però qualcosa è cambiato. Il Patt ha fatto boom e il Pd un ottimo risultato. Voi state dietro e ci sono meno posti in giunta.

Facciamo un'analisi serena. Siamo sotto di 3-4 punti rispetto al 2008. Senza aver avuto il candidato presidente, che fa sempre da traino, e con una costola importante (Grisenti, ndr.) che se ne è andata da un'altra parte. E, nonostante tutto questo, ce la siamo giocata bene. Oggettivamente è stato un successo.

Al primo tentativo terzo dietro gli assessori uscenti Mellarini e Gilmozzi. Se l'aspettava?

Certo, tanto per parlar chiaro. Non sono uno di quelli che dice che non se l'aspettava. Anzi, credevo di prendere 3-400 preferenze in più. Comunque, ovviamente sono soddisfatto.

Avrà contato qualcosa anche la stima, notoria, che l'ex governatore Dellai ha nei suoi confronti?

Se vuol dire che sarei stato “blindato”, se si dice così, direi proprio di no. L'onorevole Dellai si è fatto vedere con pressoché tutti i candidati. Ha sostenuto, chi più chi meno, un po' tutti, dal punto di vista dell'immagine. Piuttosto, ha contato molto l'organizzazione. I voti li ho raccolti uno per uno, porta a porta, in tutto il Trentino. Terra che, anche per motivi lavorativi, conosco molto bene. Ho preso voti in tanti territori.

E di Grisenti, a cui lei ha fatto riferimento fino al “fattaccio” di Progetto Trentino e delle Civiche, che dice, visto il flop?

Parlare adesso è troppo facile. Glielo ho detto a suo tempo a Silvano, che rimane mio amico, quello che pensavo. L'ho dichiarato in tempi non sospetti. La sua è stata una scelta suicida che non portava da nessuna parte e che ha favorito solo la spaccatura dei popolari e dei moderati di centro. Andando a vantaggio del Patt e del Pd. Altro che ago della bilancia.

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