Partigiani, addio a Ugo Tartarotti
Si è spento a 93 anni. Era stato anche consigliere provinciale con il Pci
TRENTO. Si è spento Ugo Tartarotti, partigiano trentino, amministratore, uomo politico e scrittore. Avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 27 luglio. Vivo cordoglio viene espresso per la scomparsa dal presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti. Nato a Pomarolo da famiglia contadina, Tartarotti fu catturato dai tedeschi nel 1943 ed entrò quindi nella resistenza armata, per la quale si unì ai partigiani del Monte Bondone con il nome di battaglia di “Giorgio”, vicino a Rossaro e Springa, fu tra i protagonisti della guerriglia antinazista in Vallagarina e sulle montagne. Dopo aver ricoperto la carica di segretario del Pci di Rovereto fino agli anni Sessanta, Tartarotti è stato consigliere comunale di Trento, sindaco di Pomarolo, presidente di Alleanza Contadina e presidente dell’Anpi provinciale. È stato in Consiglio provinciale e regionale per il Pci dal 1979 (subentrò a Biagio Virgili) al 1983 e dal 1986 (subentrò a Renato Ballardini) al 1988.
«Un uomo - afferma Dorigatti - che tra i tanti sui meriti ha avuto quello di sentire il dovere di raccontare, di trasmettere alle generazioni che non hanno vissuto la guerra, cos’è stata, che importanza ha avuto la Lotta di Liberazione, narrando le vicende degli uomini e delle donne della Resistenza in Trentino. Partigiano, sindacalista, politico, ma soprattutto profondamente uomo - sottolinea Dorigatti-. Un lavoratore che, con coerenza, ha lottato tutta la vita per il progresso, quindi per l’emancipazione della classi sociali meno fortunate». «Lo ha fatto - prosegue Dorigatti - con il suo lavoro di sindacalista dei lavoratori della terra e lo ha fatto negli anni del suo impegno nelle istituzioni come consigliere provinciale e regionale nell’ottava e nella nona legislatura. Anni caldi per il mondo del lavoro trentino. Anni di grande disoccupazione che, purtroppo, ricordano la situazione attuale. Ugo Tartarotti è venuto a mancare in un momento in cui le condizioni di chi lavora stanno peggiorando e conquiste storiche vengono messe in discussione. Di Ugo, tra tante altre cose, ci mancheranno le analisi controcorrente della realtà, la sua capacità di stare nella storia e non nelle mode passeggere dalle quali, purtroppo, la politica di oggi è troppo spesso influenzata».