Parrocchiani divisi su don Gino Flaim dopo le sue dichiarazioni choc sulla pedofilia
«Se l'è cercata» dicono alcuni. «E' stato mal interpretato» secondo altri
TRENTO. «Se l'è cercata. Non si possono dire certe cose, sperando di passarla liscia». «Don Gino è stato ingiustamente maltrattato, mal interpretato». Sono le voci di Bruno, al bar, e di Maria, per strada, due dei parrocchiani della chiesa di San Pio X a Trento, dopo che ieri don Gino Flaim, collaboratore pastorale, in un'intervista tv ha detto: «Io la pedofilia la capisco».
Affermazioni su cui la gente si divide, come su quelle sull'omosessualità come malattia. «Io so per certo, ad esempio - prosegue Maria - che quando accompagnava i bambini nelle colonie estive prestava sempre molta attenzione alla loro serenità e incolumità, controllando anche gli educatori e i giovani accompagnatori».
«E vedrete che lo allontaneranno presto anche da casa» aggiungono al bar, parlando di un imminente rimozione del prete dal suo incarico, quelli che sostengono: «Don Gino non può avere detto solo quello. Ne abbiamo parlato stamattina, quando è venuto a prendere il caffè, come al solito alle 4.30, mi ha detto che è molto amareggiato e che la sua intenzione non era certo di trasmettere quel tipo di messaggio».
Parole che il sacerdote non pronuncia direttamente. Rimanendo, quando l'ora del pranzo è trascorsa, sempre chiuso nella parrocchia e affacciandosi solo a tratti dalla finestra, in silenzio.