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«Paghe e incentivi, l’autonomia dei trentini è destabilizzante»

TRENTO. «Si afferma che se il Veneto chiedesse i 9/10 delle risorse fiscali, cioè di estendere il regime del Trentino Alto Adige, destabilizzerebbe il sistema. O non è forse il sistema del Trentino...



TRENTO. «Si afferma che se il Veneto chiedesse i 9/10 delle risorse fiscali, cioè di estendere il regime del Trentino Alto Adige, destabilizzerebbe il sistema. O non è forse il sistema del Trentino Alto Adige che non è conforme alla Costituzione. La domanda è: chi è che destabilizza?». È il quesito che il professore Mario Bertolissi, il costituzionalista che con Luca Antonini ha seguito il dossier sull'autonomia del Veneto, ha posto ieri all'audizione del governatore Luca Zaia in Commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Bertolissi è partito da alcuni esempi sulla differenze nell'uso delle risorse tra regioni autonome e Veneto: «Lo stipendio di un insegnante è di 2480 euro in Trentino, contro i 1697 del Veneto, inoltre il Trentino può concedere ad un’impresa in avvio contributi a fondo perduto fino al 40% della spesa». «Si dice però - ha proseguito - che se il nuovo motto autonomistico di veneti e lombardi, siamo tutti altoatesini, fosse esaudito, il rischio di vedere polverizzarsi solidarietà nazionale e sostenibilità dei conti pubblici sarebbe più che probabile». «Ma cosa significa - ha insistito Bertolissi - questa affermazione dal punto di vista istituzionale: significa che estendere il regime altoatesino, destabilizza il sistema?». Per Bertolissi il problema riguarda «la perequazione vera, perché bisogna spiegare, prima che alla Regione, ai cittadini da una parte e dall'altra, perché uno è figlio di un dio minore». C'è, ha concluso, «un problema di allocazione territoriale delle risorse, e di razionale e ragionevole utilizzo in funzione della produzione della ricchezza nazionale».













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