Padre sfrutta per anni il figlio disabile, imprenditore denunciato
Lo avrebbe fatto lavorare nella sua azienda senza assumerlo e licenziandolo a sua insaputa
TIONE. Circonvenzione di incapace, maltrattamenti in famiglia, nonché violazioni alle normative riguardanti il versamento di contributi previdenziali. L'imprenditore, operante nella zona di Tione, è stato denunciato dal corpo di polizia locale delle Giudicarie. Le risultanze sono state adesso trasmesse oltre che alla Procura della Repubblica, anche all’Inps ed al Servizio Lavoro della Provincia per l’applicazione delle relative sanzioni.
I fatti sono emersi durante la normale attività posta in essere sul territorio dove gli agenti, che fanno riferimento al comandante Carlo Marchiori, avevano avuto modo di incontrare un soggetto con disabilità riconosciuta superiore al 75%, e nell’approfondire alcune vicende di altra natura, avevano appreso che lo stesso sosteneva di aver lavorato per tanti anni nell’azienda di famiglia ma a sua insaputa fosse stato licenziato, proseguendo la prestazione d’opera per quasi dieci anni dopo l’avvenuto licenziamento.
Il padre nonché “dominus” dell’azienda, avrebbe sfruttato l’opera lavorativa del figlio invalido per diversi anni, approfittando della sua condizione di disabilità psichica, senza che quest’ultimo fosse regolarmente assunto e senza che fosse a conoscenza dell’avvenuto licenziamento.
Da un successivo controllo degli archivi Inps non risultava infatti versato alcun contributo previdenziale per il lungo periodo segnalato, ed effettivamente risultavano versati i contributi per il periodo precedente. Al fine di confermare il sospetto che il disabile fosse comunque regolarmente impiegato in azienda, sono stati sentiti i lavoratori che erano occupati in azienda nel periodo interessato.
Dalle testimonianze è emerso che il soggetto è stato sempre presente in azienda, impiegato in mansioni di bassa manovalanza, con orari e compiti pari, se non peggiori, agli altri colleghi. Stante quanto accertato, mediante i testimoni, è emersa a carico dell’impresario la volontà, nel corso degli anni, di sfruttare il figlio disabile al fine perseguire gli interessi aziendali, sfruttando sia le sue scarse conoscenze dovute all’invalidità sia il rapporto di sudditanza del figlio nei confronti del padre.
(a.p.)