Ospedale a Mattarello, Andreatta apre
Il sindaco: «Non siamo ideologici, se ci sono vantaggi valuteremo. Ma Rossi non lo dimentichi che c’è un iter da rispettare»
TRENTO. «Non siamo ideologici, nel senso che pur avendo fatto una scelta ragionata e motivata e pur avendo già costruito un primo blocco (la Protonterapia, ndr), siamo aperti a possibilità alternative e, se ci saranno valide motivazioni, anche a cambiare idea». Il sindaco Alessandro Andreatta apre, ed è la prima volta in questi termini, all’ipotesi di un trasferimento del nuovo ospedale da via al Desert, dov’è progettato anni fa, a Mattarello sull’area dove sarebbe dovuta sorgere la nuova cittadella militare prima del dietrofront del ministero della difesa. Un trasloco prospettato dalla Provincia negli ultimi mesi, anche se ufficialmente la giunta Rossi non ha ancora preso una decisione.
Anche di questo, oltre che di Valdastico, si parlerà nel prossimo incontro in programma tra l’esecutivo provinciale e quello comunale, il primo dopo le elezioni amministrative di maggio. I vantaggi di Mattarello sarebbero una maggiore economicità dell'area, che verrebbe ceduta dalla Provincia a condizioni migliori, e un ettaro in più di superficie con un'accessibilità se non pari, anche migliore. «Se ci sono dei vantaggi ci confronteremo - ha detto ieri Andreatta nella conferenza stampa post-giunta - la Provincia non si deve però dimenticare che siamo un Comune che ha iter amministrativi da rispettare, ed è strano che lo dimentichi quando tra i suoi eletti ci sono molti ex sindaci». Un riferimento ai tempi di risposta richiesti da Piazza Dante che spesso non collimano con quelli necessari alla giunta comunale per raccogliere tutti i pareri.
A proposito del Not, il sindaco ha difeso la scelta fatta di via Al Desert, arrivata dopo una serie di valutazioni e al termine di una selezione partita da 9 possibili aree: «Abbiamo scelto quel terreno - ha ricordato - prima di tutto per la presenza di barriere naturali come l'Adige, la ferrovia e la tangenziale che impediscono uno sviluppo urbanistico come quello della Bolghera, cresciuta attorno al S. Chiara. Poi per l'estensione, circa 26 ettari, contro gli attuali 5, ma anche per la facile accessibilità, accresciuta dopo l'apertura del casello di Trento sud». Ma di fronte alla prospettiva di un trasferimento il sindaco è possibilista: «Non siamo ideologici, se ci saranno valide motivazioni siamo aperti anche a cambiare idea». Una posizione diversa da quella espressa tempo fa dal vicesindaco e assessore all’urbanistica Paolo Biasioli: «Spero che l’idea di trasferire il nuovo ospedale sia solo un’ipotesi di scuola».
In attesa del confronto con la Provincia su Not e Valdastico, la giunta ha messo in calendario un vertice di maggioranza per il 19 settembre. All’ordine del giorno ci sarà anche l’inizio della discussione sul nuovo piano regolatore, che inevitabilmente farà i conti con le scelte urbanistiche strategiche come quella dell’ospedale e dell’eventuale Valdastico verso nord. Anche perché il nuovo tracciato, secondo le ipotesi venete, sbucherebbe a Mattarello.
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