Osler e Oss Emer, sfida senza partner
Programmi e divisioni ideologiche sembrano spingere le due coalizioni lontano da apparentamenti per il ballottaggio
PERGINE. Pergine è tornata ai primi giorni di trattative ufficiali per scegliere il sindaco. Solo che adesso i sindaci - candidati ci sono (e sono due) e l’azione è rivolta a creare un “esercito” dietro al comandante. Ma le truppe dopo il 26 maggio non si sono rivelate sufficienti per nessuno dei due. Marco Osler ha dietro di sé il maggior numero di consensi e l’esperienza; Roberto Oss Emer ha 550 consensi in meno e la caratteristica di essere “la novità”.
Ai quattro venti, le “civiche” fanno sapere che sono disposti ad ascoltare tutti: destra e sinistra che sia. Il loro progetto aveva come primo punto, la discontinuità dalla passata amministrazione. C’è con il Pd? C’è con Alternativa? Con il Pd sembra una strada in salita se non addirittura in verticale. All’interno ci sono elementi, come quelli di “Pergine Città” che hanno fondata la lista di autonomisti proprio perché non volevano che il Patt andasse con il Pd (un po’ meno con Osler) e, fautore di tutto ciò, è stato Beniamino Gretter che con il Pd in casa sarebbe fuori dal consiglio insieme ad altri sei (forse un po’ troppi); nella stessa lista c’è anche Sandro Beber (ex Upt, e che insieme a Renato Nisco ha stornato un buon punto di percentuale all’Upt) che la pensa uguale. Ieri, interpellati, hanno praticamente risposto all’unisono: «Con il Pd? Ma se siamo andati via dai partiti perché non ne volevamo più sapere!?».
Del resto, anche Daniela Casagrande, mentre la coalizione trattava, lanciava costanti messaggi sempre a proposito della discontinuità. Ora, Roberto Oss Emer, ma soprattutto la stessa Daniela Casagrande (è lei ad apparire come la padrona della “casa civica”) afferma a destra e a manca che non ha preclusioni. Un messaggio popolare che poi all’atto pratico (con l’apparentamento), significa sacrifici di consiglieri eletti (vedasi lo scenario in caso di vittoria), ma anche accordarsi con la sinistra, o con i moderati di centro destra. Tanto fa l’uno che l’altro? Difficile che sia così, viste le “tessere” che circolano tra le civiche.
Marco Osler (coalizione di centro sinistra autonomista) continua a evidenziare il fatto che «abbiamo elaborato un progetto approvato dal 32 per cento degli elettori, un progetto che è stato condiviso dai più, e vogliamo portarlo fino in fondo».
Anche Oss Emer ha un progetto e così pure il Pd di Marina Taffara che deve tuttavia fare i conti con qualche “intemperanza giovanile” al proprio interno, oltre al fatto che sostanzialmente ha perso la seconda posizione e la possibilità del ballottaggio, pur avendo mantenuto i voti. Modificare questi progetti significa in un certo senso tradire gli elettori che l’hanno votato. Ma occorre tener in considerazione anche le frasi pronunciate in pubblico e le liti proposte in piazza. Pesano e non poco nei rapporti Upt e Pd soprattutto. C’è da precisare che su alcuni punti del programma, ci potrebbe essere convergenza anche da parte di Alternativa. E il suo 10% ottenuto potrebbe avere un peso maggiore del 20% di 4 anni fa, visto il contesto in cui si è venuto a trovare domenica scorsa.
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