Orgoi Nones guarda ai contadini

La rinata associazione riparte da un convegno a Cavareno su «Agricoltura, ambiente e zootecnia»


di Giacomo Eccher


CAVARENO. Battesimo “verde” per la rinata associazione “Orgoi Nones” che sotto la guida della ex consigliera Caterina Dominici ha promosso un convegno su “Agricoltura, ambiente e zootecnia”, quali prospettive per l'Alta valle di Non.

Affollata la sala della Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia con contadini, ambientalisti e operatori di altri settori, ma nessun amministratore presente all'incontro che ha messo a confronto varie idee e ricette per l'Alta valle di Non. «Un futuro che può nascere da un confronto e da un dialogo a tutto campo tra le varie componenti e tra operatori ed amministratori, ma servono più occasione di confronto e per questo Orgoi Nones terrà incontro come questo a cadenza mensile», ha detto la Dominici presentando i relatori.

Primo a prendere la parola è stato Adriano Malench, contadino, orticoltore e zootecnico, vicepresidente del Caseificio di Cavareno e presidente del locale Cmf, che ha presentato alcuni suoi progetti per valorizzare l’orticoltura e le colture minori. Il tutto non tralasciando le piccole e grandi stalle che, tramite una nuova filiera produttiva, potrebbero puntare su prodotti nostrani di nicchia, in particolare un nuovo formaggio, per il quale ci sarebbe già pronto il marchio “NostraNon”. «Uu formaggio identificativo dell'Alta Anaunia come il Casolet per la Valle di Sole il Puzzone per Moena», ha concluso Malench.

«La qualità e l'identità dei prodotti sono le uniche condizioni che fanno la differenza e soluzioni si possono trovare con indirizzi colturali per il territorio (da inserire nel Piano territoriale della Comunità di valle in corso di redazione) che tengano conto del fattore paesaggio e della filiera corta con strumenti di vendita anche con il porta a porta», ha detto Giuliano Pezzini, presidente dell’associazione Alta Val di Non Futuro sostenibile. Pezzini ha quindi rilanciato la sua idea di «territorio di salute» con un patto da sottoscrivere tra ristoratori e produttori che porti all'adozione del marchio di “Alta Anaunia altopiano del benessere”. Terzo relatore il professor Giancarlo Abram, presidente di AgriNatur Park, che da anni sta cercando di lanciare la tematica dei parchi agricoli e naturalistici, sperimentandone uno in quel di Ronzone.

La discussione è stata ampia, vivace ed a tratti accesa tra le varie 'anime' presenti in sala con interventi critici sulle troppe rigidità che alcuni Comuni altoanauniesi stanno introducendo nei Prg e anche qualche rimpianto come - ha ricordato la Dominici - l'occasione persa negli anni Ottanta di sviluppare turisticamente il Roen per l'inverno. La questione adesso è sempre la solita, il dissidio tra chi vorrebbe sviluppare l'agricoltura anche in Alta Valle affidandosi ad una sorta di autodisciplina del singolo contadino, e chi invece non vuole modifiche al paesaggio tradizionale e relative pratiche colturali. «Serve equilibrio e dialogo per rilanciare il turismo ma senza dimenticare comunque che Melinda “ha dato da mangiare” ai nonesi, promuovendo e costruendo un’economia agricola che altrove ci invidiano», ha commentato il presidente di Rezia (e socio Melinda, magazzino di Livo), Giulio Filippi.

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