Operaio morto in fabbrica, rinviata a giudizio la Marangoni
Dopo il malore fatale per Minichino, i colleghi avevano puntato il dito sull'eccessivo caldo nel reparto
ROVERETO. Un malore al lavoro e la morte qualche ora dopo, che i familiari avevano attribuito subito all'eccessivo calore presente in fabbrica. L'episodio risale al 21 luglio del 2015 e riguarda un operaio della Marangoni di Rovereto, allora 54 anni, Carmine Minichino.
Il gup di Rovereto ora ha disposto il rinvio a giudizio per la Marangoni spa, come responsabile civile, di Giovanni Marangoni, come datore di lavoro, e del medico del lavoro Marco Fabbri per omicidio colposo
Colleghi e sindacati avevano indicato subito il forte caldo del reparto di lavorazione degli pneumatici in cui l'uomo lavorava come possibile causa del malore, quindi del decesso. Le cronache di quei giorni riportavano l'immediata solidarietà espressa dall'azienda, parlavano della corsa all'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto per l'operaio, rimasta vana, e delle proteste del giorno dopo dei colleghi, per lamentare le altissime temperature di quei giorni nel reparto.
Una tesi sostenuta anche dai familiari e che ora ha portato all'accusa di omicidio colposo nel procedimento giudiziario. La Marangoni aveva richiesto di essere esclusa dalla responsabilità civile, ma la giudice, Monica Izzo, oggi ha respinto l'istanza. L'azienda, seguita dall'avvocato Andrea Tomasi, ha offerto inoltre alla famiglia dell'operaio, seguita dal legale Giovanni Guarini, un risarcimento di 150.000 euro.