Olimpiadi, passato e presente
Trento. Parata di stelle, due bionde madrine spumeggianti e la promessa che milano–cortina 2026 non passerà agli annali per via di danni ambientali ed ingiustizie sociali, situazioni che hanno negli...
Trento. Parata di stelle, due bionde madrine spumeggianti e la promessa che milano–cortina 2026 non passerà agli annali per via di danni ambientali ed ingiustizie sociali, situazioni che hanno negli anni passati hanno appannato l’immagine di più di un’olimpiade invernale. talk-show extra large quello di ieri mattina al teatro sociale, a metà tra la lista delle cose da fare e la celebrazione per un’assegnazione portata a casa tra non poche difficoltà.
La parte festosa sta tutta nell’incredibile parata di nomi che raccontano 50 anni di sport olimpico tricolore: è successo così che sul palco del teatro sociale sono saliti, con al collo le loro medaglie, campioni del calibro di stefania belmondo, gustav thoeni, giacomo bertagnolli, daniela ceccarelli, pietro piller cottrer, manuela di centa, enrico fabris, claudia giordani, paola magoni, franco nones, gabriella paruzzi, giuliano razzoli, gerda weissensteiner e cristian zorzi, accompagnati da quelle che sono ormai considerate le madrine di milano-cortina, le campionesse olimpiche sofia goggia e michela moioli, che a losanna, lo scorso 24 giugno, quando il cio ha preso la sua decisione, hanno incantato i delegati, durante la presentazione della candidatura italiana: «ci avevano detto che la presentazione della candidatura del mattino, quella a porte chiuse, non era stata brillantissima. io e michela moioli ci siamo chiuse in bagno ed abbiamo provato al volo la scenetta della dub dance. è stato un successone» ha chiosato goggia.
Nell’ascoltare questa ricostruzione il presidente del coni giovanni malagò (e molte signore giurano aver avuto l’onore di ricevere da lui in queste giornate un baciamano regale) si è commosso, sul serio: «ci siamo giocati le nostre donne nel pomeriggio, assieme ad un video strepitoso. pensate se avessimo perso...».
Ma alla presenza del governatore trentino maurizio fugatti e di quello lombardo attilio fontana, oltre ad una delegazione veneta di alto livello, non poteva e non doveva essere una sorta di riedizione tra nostalgia ed orgoglio. per l’edizione 2026 si è già al lavoro e la parola d’ordine è proprio sostenibilità e questo spiega anche la scelta di una sede olimpica allargata a tre regioni, diffusa: «è stata una scelta obbligata, strategica.Non avevamo budget, dovevamo andare là dove c’erano già le strutture. ora, grazie ad agenda 2020, il cio ha voluto che le olimpiadi diventassero più trasparenti, sostenibili e meno costosi» ha aggiunto malagò. per il presidente fugatti questo è il vero mantra in vista del 2026: «gli investimenti per noi non saranno elevati, ma sulla sostenibilità abbiamo dimostrato di esserci: mettiamo a disposizione strutture che già ci sono, che possono migliorare, ma abbiamo realtà sostanzialmente già pronte per l’appuntamento. sapere che il trentino nel 2026 sarà parte di queste olimpiadi è motivo di forte orgoglio, ma anche di consapevolezza che dovremo accogliere gli atleti delle discipline nelle nostre realtà territoriali. metteremo a disposizione la nostra storia e preparazione organizzativa, che credo il trentino abbia già dimostrato nel tempo».G.T.
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