Olimpiadi, la Provincia pensa al Ring delle Dolomiti
Allo studio un collegamento su rotaia con le località venete e altoatesine Finanziamenti Ue. L’assessore Gilmozzi: «Sì ai Giochi 2026, ma siano sostenibili»
TRENTO. Il Ring delle Dolomiti. Un anello che metta in comunicazione su rotaia alcune importanti località alpine in vista di un possibile arrivo delle Olimpiadi del 2026. Un progetto già avviato, molto suggestivo, in cui crede l’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente, Mauro Gilmozzi.
Qual è la fisionomia che sta alla base di questo anello?
«Ragionando di Olimpiadi va ribadito, ed io ne sono convinto, che la questione dell’impatto zero sull’ambiente è fondamentale. Bisogna avere consapevolezza che un evento di tale portata ha sicuramente della ricadute a livello mondiale sull’area dolomitica. Ma è anche vero che questa area baserà sempre di più la propria offerta turistica sulla qualità dell’ambiente, sul valore e sulla conservazione delle riserve naturali».
Ci si deve muovere in linea con un mercato mondiale che presta sempre più attenzione a questi temi.
«Sì. L’unica vera infrastruttura che può essere pensata per le Olimpiadi delle Dolomiti è proprio il treno. O, meglio, il modo in cui poter legare tra di loro le aree di montagna in senso orizzontale e non longitudinale. Oggi ogni piccola area è collegata, seguendo le vecchie ripartizioni idrografiche napoleoniche, con una città. Mentre per la prima volta si lavorerebbe pensando ad una trasversalità».
Ce la spiega?
«Il disegno su cui si sta lavorando si chiama Ring delle Dolomiti: in primo luogo si potrebbe unire la ferrovia che da Trento va verso Bassano e che, a quel punto, potrebbe salire verso Feltre. Nella località veneta c’è già una ferrovia che dunque potrebbe arrivare a Belluno. E lo si fa potenziando l’elettrificazione: da Belluno esiste già il tratto sino a Calalzo. A quel punto l’intervento sarebbe fare il nuovo tratto per Cortina e Dobbiaco. In Alto Adige si salirebbe sul treno Rfi che porta verso Bressanone. Da lì a Bolzano e poi di nuovo a Trento. Questo sarebbe il Ring, l’anello, delle Dolomiti».
Non partite da zero, anzi.
«Infatti stiamo lavorando con Alto Adige e Veneto per il tratto Calalzo-Cortina-Dobbiaco. Abbiamo stanziato 200 mila euro per studiare un progetto di ferrovia che in Valsugana, salga da Grigno verso Fonzaso e quindi si colleghi con Feltre. Aspettiamo la firma del governatore del Veneto Zaia. E’ allo studio l’elettrificazione della Valsugana da Trento a Bassano, e sarebbe un altro tassello. Questo del Ring è il disegno più avanzato. Ce se ne sono altri due, turistici».
Ce li ricorda?
«Sono quelli del treno delle valli di Fiemme e di Fassa, la Trans Dolomites, per capirci. C’è poi quello studio fatto dalla Sat di Bolzano che vedrebbe un collegamento tra il capoluogo altoatesino e Cortina. Sono diversi gli studi sui treni ma quello che metterebbe in connessione il Trentino e l’Alto Adige intorno alle Dolomiti sarebbe indubbiamente il Ring. Vi è poi un approfondimento che si inserisce nel tema più generale dei collegamenti con il Veneto».
A che cosa si riferisce?
«C’è l’ipotesi di una linea nuova tra Trento e la Valsugana, tendenzialmente verso Levico, che ci pemetterebbe di avere un collegamento più efficace, alla portata di Trenitalia. Quella attuale è una linea vecchia, potrebbe diventare il “trenino dei laghi”, tra Pergine e la città. L’altro potrebbe essere un collegamento strutturato che guarda al Giro delle Dolomiti. Un modo di collegare un’area alpina in modo sostenibile che potrebbe godere del finanziamento sia dello Stato che dell’Europa».