«Oggi bisogna operare in maniera efficace»
Primo giorno di visite al nuovo polo medico di Trento sud. Berloffa: «L’aggregazione è un vantaggio»
TRENTO. Il nuovo “polo medico” ambulatoriale di Trento sud voluto dall’Azienda Sanitaria ha preso il via, con 7 medici attivi 12 ore al giorno (su 5 giorni), 6 collaboratori di studio e tre infermieri, ma è stato accolto dalle proteste di Cisl Medici che ha annunciato lo sciopero per “concorrenza sleale” verso i privati. La dottoressa Giulia Berloffa, medico presso l’Aft “Insieme per curare”, respinge le critiche: «Il bando era aperto a tutti i medici di Trento, non prendervi parte è stata una libera decisione». Cisl Medici ha messo in evidenza come ai medici “aggregati” l’Azienda Sanitaria conceda i locali a titolo gratuito, mentre il medico che resta nel suo ambulatorio privato debba pagare l’affitto. Berloffa ha sottolineato: «Anche i medici di valle godono del comodato d’uso dei locali, non mi pare che questo abbia mai sollevato proteste». Non risponde al vero, secondo Berloffa, che sia l’Azienda Sanitaria a sostenere i costi del personale infermieristico ed amministrativo, come sostenuto da Cisl: «Solamente un operatore è fornito da Apss, tutti gli altri li paghiamo di tasca nostra. A proposito di “concorrenza sleale”, queste sono spese che i “privati” sono liberi di non avere». Berloffa sostiene le ragioni della riorganizzazione: «Non si può gestire un ambulatorio di medicina generale come nel 1980, con una scrivania e una linea telefonica. Oggi i pazienti sono più numerosi, hanno spesso malattie croniche e le risorse economiche a disposizione sono minori: serve un’organizzazione che consenta a medici, infermieri e personale amministrativo, di operare in maniera efficace». Cisl riscontra rischi per la privacy del paziente, che vedrebbe i suoi dati sensibili resi noti ai diversi medici dello studio anziché solo al suo dottore. Berloffa ha spiegato: «Veniamo a conoscenza delle informazioni sanitarie del paziente solo se ha dato l’ok a che i suoi dati siano condivisi: questo consente un’organizzazione più elastica del lavoro, ma il rapporto confidenziale medico-paziente resta». Nell’aggregazione dei medici di base, Berloffa vede grandi benefici: «Consente a noi medici di organizzare per tempo gli incontri con i pazienti, dedicandoci prioritariamente ai casi di maggiore urgenza». Questa “rivoluzione” non ha solo benefici per il paziente, ma anche per lo stesso dottore, ha spiegato Berloffa: «Lavoro mediamente otto ore al giorno in ambulatorio, senza contare le visite a domicilio. Anche il medico ha il diritto di avere una vita personale, altrimenti si finisce per prendersi un esaurimento da lavoro. E un medico più felice è un medico più efficace». Tra i pazienti in attesa presso il maxiambulatorio, prevale un atteggiamento fiducioso. Dice la 78enne Vittoria: «È un bene che i medici condividano tra loro l’impegno verso i pazienti, con il sostegno di infermieri e segretari: permette di essere seguiti meglio». Sulle problematiche di privacy, Vittoria non si dice preoccupata: «Sinceramente mi interessa poco, l’importante è che curino. D’altronde tutti i nostri dati sono già a disposizione dell’Azienda Sanitaria». Il tema della privacy preoccupa invece Guerrina: «Preferisco che sia solo il mio medico di fiducia a conoscere i miei fatti personali». Francesco ha invece riscontrato un problema organizzativo: «Avevo prenotato l’appuntamento, ma non risulta. Sono i primi giorni, devono solo organizzarsi meglio».