Nuova tegola per i Poletti in aula per la Santa Cruz
Accusati di nuovo di bancarotta fraudolenta per la società che per anni ha controllato il Venezia Calcio. E ci sono anche altri due imputati
TRENTO. Giovedì i fratelli Arrigo e Ugo Poletti saranno di nuovo davanti al giudice e ancora una volta l’accusa nei loro confronti è quella di bancarotta fraudolenta. La società, in questo caso è la Santa Cruz che per qualche anno (e fino alla cessione) è stata azionista unico di Calcio Venezia spa. Una vicenda intricata che i pm (Alessia Silvi e Pasquale Profiti) hanno riassunto in 18 capi d’accusa che coinvolgono - per posizioni decisamente minori - anche altre due persone: l’architetto Enzo Siligardi e Rosanna Di Gesaro.
Nei 18 capi d’accusa i due procuratori indicano i vari episodi di distrazione e non solo che imputano in particolare ai due fratelli (difesi dagli avvocati Renzo Fogliata per Arrigo e Romina Targa e Giuseppe Benanti per Ugo). La somma totale del denaro che sarebbe stato allontanato si aggira attorno ai 9 milioni di euro e si va da episodi dove la cifra era minore (come gli 85 mila euro che sarebbero stati distratti dai fratelli e provento della cessione di una Porsche 996 turbo) ad importi importanti come i quasi 2 milioni che sarebbe transitati in un mese o poco più dalla società a Ugo Poletti. E ci sarebbero anche poco meno di 290 mila euro che sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di una Bentley continental. E 130 mila euro che sarebbero stati utilizzati per pagare le spese di ristrutturazione di un maso in val di Rabbi.
Ma quali erano i ruoli dei due fratelli nella Santa Cruz, società dichiarata fallita nel marzo dello scorso anno. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, Ugo Poletti era amministratore formale e di fatto della Santa Cruz mentre Arrigo era amministratore di fatto. Un rapporto alla pari tanto che i due sono accomunati in ben 17 capi d’imputazione. Solo in un caso Ugo è da solo ed è perché avrebbe omesso di redigere, far approvare e depositare tempestivamente il bilancio e l’inventario con riferimento agli esercizi sociali chiusi al 31 dicembre 2008 e l’anno successivo. Infine un capo d’accusa riguarda i due fratelli e anche Siligardi (che si è affidato a Luca Pontalti) e Di Gesaro. Insieme avrebbero distratto due auto (di proprietà della società fallita) e in particolare una Bmw Z8 e una Porsche 911 turbo. Secondo l’accusa le due auto di grossa cilindrata sarebbero state simulatamente cedute e fini, appunto, distrattivi. Ma non ci sono solo accuse relative alle distrazioni per Ugo e Arrigo Poletti. In un caso i due fratelli avrebbero falsificato le scritture contabili non indicando la cessione di una macchina (una Porsche che avrebbe fruttato 85 mila euro), e in altro caso anche il bilancio a fine 2004 omettendo di inserire pesanti interessi passivi dovuti al riscatto dell’immobile veneziano «Cà Doge». Un’azione che secondo la procura avrebbe di fatto impedito di «vedere» l’entità del patrimonio netto negativo con l’erosione del capitale sociale. Sarebbero state falsificate anche le scritture contabili e il bilancio del 2003 anche in questo caso evitando di inserire voci di costo importanti. Falsificazioni anche per il 2006 e 2007 e per il 2001 e il 2002. In questo caso sarebbero state inserite delle voci positive che secondo quanto sarebbe stato appurato dall’accusa sarebbero state inesistenti. Infine Ugo e Arrigo Poletti avrebbero falsificato scritture contabili e bilancio della Santa Cruz anche aumentando - fra il 2006 e il 2008 - il valore della partecipazione azionaria nel calcio Venezia.
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