Nuova scossa alle pendici del Baldo

Gli esperti geologi: normali movimenti, né allarme né preoccupazione


Nicola Filippi


ROVERETO. La crosta terrestre trentina continua a farci "ballare". Dopo la scossa di magnitudo 4.2 delle 6.13 di sabato mattina, sotto Mama d'Avio, lo sciame di scosse più leggere dopo poche ore, ieri alle 4.49.35, una nuova scossa di terremoto, intensità 2.7, sotto i monti Lessini. A dispetto di sabato, la scossa di ieri non ha svegliato nè i trentini nè i "cugini" veneti. Solo rumore. Si tratta dello sciame sismico provocato dalla liberazione di energia per la rottura delle rocce sottostanti a quella fascia di territorio "ballerino" del Trentino, che gli esperti racchiudono fra i monti Lessini, il Baldo e la conca gardesana.

Là, come si evince anche dalla mappa della classificazione sismica provinciale sul sito della Protezione civile, il rischio di terremoti è più alto. «Ma questo non significa che devono per forza essere più intensi e pericolosi», conferma il dirigente del Dipartimento, l'ingegner Raffaele De Col. D'accordo anche il responsabile della sezione geologia e paleontologia del Museo tridentino, Marco Avanzini: «Il Trentino meridionale è una zona con una maggiore compressione della crosta terrestre, ma la sua pericolosità resta bassa». Il dipartimento della Protezione civile ha installato sul nostro territorio 15 sismografi. Rilevano centinaia di scosse di terremoto, ogni anno.

«Sono così "sensibili" che avvertono pure gli scoppi nelle cave di porfido - spiega Avanzini - le scosse di terremoto che vengono avvertite dalle persone sono poche». Fare delle previsioni, nel campo della sismologia, è praticamente impossibile. «Non ci sono relazioni fra un'intensità, che apparentemente aumenta, e l'attesa di un evento sismico disastroso», prosegue Avanzini. Per l'Istituto nazionale di geofisica di Roma "nel corso degli ultimi decenni, in un intorno di 30 chilometri dall'epicentro (di sabato mattina, ndr) non si è manifestata una sismicità molto frequente».

Bisogna andare indietro fino al 1987, anche allora la magnitudo fu di 4.2, e al novembre 2004, con una magnitudo di 5.2. «Non significa che ci stiamo avvicinando a qualcosa di disastroso - continua Avanzini - non c'è alcuna relazione». Anzi. Il Trentino meridionale è più sismico perché è più in compressione, a causa della collisione fra il continente africano e quello europeo, che milioni di anni fa ha portato al sollevamento della catena alpina. L'Africa spinge verso l'Europa e provoca fratture fra le rocce sottostanti. «Nel Basso trentino si scarica l'energia delle varie faglie - conclude Avanzini - il susseguirsi di terremoti non è una cosa così disastrosa, significa che in quella zona non si accumula troppa energia, anzi si scarica». Generando il più delle volte solo rumore. Come ieri mattina.













Scuola & Ricerca

In primo piano