«Notte bianca» mochena tra arte del legno e sapori
Momento centrale è stato il simposio di scultura per realizzare i tipici «albi» Tanta gente ha invaso strade, piazze e ristoranti a Sant’Orsola e nella valle
SANT’ORSOLA TERME. Anche se per una sera (inoltrata), Sant’Orsola ha vissuto sabato il periodo d’oro di quando era centro turistico con centinaia se non migliaia di ospiti. Il centro termale è stato invano appunto sabato da centinaia di visitatori che hanno affollato la piazza e le vie, ma anche i ristoranti. E con Sant’Orsola anche la magica Valle dei Mòcheni.
Dopo Palù del Fersina nella prima edizione, quest’anno a Sant’Orsola, la “Notte Bianca” ha superato ogni aspettativa in fatto di presenze e di offerte. Se l’anno scorso era inserita nell’ambito del progetto “ascoltiamo la voce dei piccoli villaggi” con il quale la Comunità europea voleva appunto valorizzare le piccole realtà, quest’anno, la manifestazione ha camminato con le proprie gambe con il 2° Simposio degli artisti del legno a realizzare gli “albi” abbinando legno e minerali, un’altra caratteristica storica importante nella valle. Ma anche con altre attrazioni disseminate nei vari centri valligiani come il percorso “Musil” da Palù del Fersina a Fierozzo, o il Coro La Tor con il suo inno alla valle eseguito nella chiesa di San Francesco e poi gli spettacoli di luci colorate nelle acque del Fersina e la “Festa dei Pescatori” a Canezza. E i visitatori si sono lasciati condurre per mano in queste molteplici iniziative, ad ammirare le stelle, a partecipare ai trekking notturni, durati fin oltre la mezzanotte. Ma il clou è stata la premiazione degli artisti del legno che nel piazzale della chiesa, o attorno al municipio si sono cimentati fin da giovedì nel lavorare un tronco per ricavarne le caratteristiche fontane/abbeveratoi. Quest’anno anche miniere e minerali sono entrati nella lavorazione e la rassegna, con la fantasia e la creatività dei partecipanti, ne è uscita particolarmente ricca e significativa. La giuria ha assegnato il primo premio all’opera di Ionel Alessandrescu che ha rappresentato l’albio come un uomo steso che si abbevera da un secchio d’acqua che tiene tra le mani a braccia tese sopra di se. Il pubblico è stato di tutt’altro parere preferendo l’opera di Adriano Moltrer uno scultore di Fierozzo dalla mano molto felice che già nella 1^ edizione aveva vinto il primo premio. Quest’anno ha realizzato un’opera articolata con preziosi minerali posti dentro una nicchia nella quale gocciolava l’acqua.
La serata svoltasi in piazza a Sant’Orsola, è stata contrassegnata da un’offerta (da parte dei ristoratori) gastronomica originalissima con pietanze della valle: dai kropfen di verze e formaggio, ai kropfen dolci di riso o ai piccoli frutti, passando per primi e secondi altrettanto tipici. E poi musica con gli Schweinaxen.
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