il progetto

Not, la Provincia studia l’addio ai partner privati

Rossi: «Con i tassi di interesse bassi non conviene più». Verso un appalto tradizionale per l’opera da 300 milioni



TRENTO. Per il Not, il nuovo ospedale trentino, la Provincia sta pensando di cambiare tutto. E’ vicino l’addio al project financing, almeno così come era stato messo in atto con il primo bando per la costruzione della maxiopera pubblica da 300 milioni di euro. Come si ricorderà, il Not è rimasto impantanato nella selva di ricorsi e controricorsi dopo che la commissione di gara aveva aggiudicato i lavori alla cordata guidata dalla Impregilo. Prima il Tar e poi il Consiglio di Stato avevano di fatto bocciato la gara lasciando alla Provincia la decisione se rifare una gara aperta a tutti o una riservata alle quattro cordate che avevano partecipato alla prima gara. Il presidente Ugo Rossi e tutta la giunta hanno voluto prendersi del tempo per approfondire bene la questione, ma adesso spunta una terza opzione, ovvero un cambio totale dello schema di gioco con l’abbandono del project financing, che prevede la compartecipazione della cordata che vince la gara alle spese per la costruzione in cambio della gestione dei servizi non prettamente medici per decine di anni, ovvero lavanderia, mensa, pulizia, manutenzioni e apparecchiature. Le ragioni di questo ripensamento le ha spiegate lo stesso presidente Ugo Rossi che, comunque, ha specificato che una decisione definitiva non è stata ancora presa in attesa dei calcoli dettagliati affidati a un advisor: «La scelta del project financing era stata fatta in un momento in cui i tassi di interesse erano più alti, e quindi era costoso per la Provincia procurarsi la provvista finanziaria per accollarsi fin da subito il costo dell’intera opera. Inoltre, in quegli anni l’indebitamento della Provincia e delle sue controllate era più alto, intorno al 9 per cento del Pil totale del Trentino, che è di 16 miliardi di euro. Adesso il debito è sceso all’8,5 per cento, quindi si può pensare di fare un’operazione diversa. E’ chiaro che la si potrà fare solo se ci sarà la convenienza ed è per questo che abbiamo affidato a un advisor tutte le verifiche del caso. Una volta terminati i calcoli, vedremo come procedere. Potremmo annullare il project financing e bandire una gara d’appalto normale oppure ridurre la quota del finanziamento a carico del privato. Una scelta, comunque, che sarebbe resa possibile dal basso costo del denaro».

La scelta del project financing aveva sollevato molte critiche in un primo momento. Rispetto a quanto ipotizzato in un primo momento, già la quota finanziata dai privati era scesa. Il bando prevedeva un finanziamento misto pubblico privato con la Provincia che paga una parte dell'opera, mentre il costo restante viene sostenuto da chi si aggiudica la costruzione che, poi, percepirà un canone annuale dalla stessa Provincia per la gestione dell'ospedale. Lo studio di fattibilità aveva stimato un costo di 160 milioni quale prezzo da corrispondere da parte dell’ente pubblico al concessionario per i lavori e un canone annuo di 59 milioni e 900 mila euro più Iva per la gestione dei servizi da parte della cordata che si sarebbe aggiudicata l’opera, ma adesso potrebbe cambiare tutto.













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