Non vuole le slot: ostaggio del contratto

La tabaccheria Carpano, a Pozza di Fassa, rinuncia alle machinette: «Ma l’installatore pretende il rispetto dell’accordo»


di Gilberto Bonani


POZZA DI FASSA. E' facile attrezzare una sala gioco, più difficile volerne smontare l’allestimento o disfarsene. Raccontiamo l'avventura della tabaccheria Carpano, che quasi tre anni fa, seguendo l'onda del momento, installò nel proprio esercizio in pieno centro due slot machine.

«A quel tempo - spiega mamma Annalisa - ospitare macchine da gioco era giudicata una soluzione quasi “miracolosa” per i piccoli esercizi di paese. C'era chi ipotizzava di poter pagare l’affitto del locale con l'introito proveniente dal gioco: ma non è stato così».

Appena la famiglia Carpano contattò un installatore, le macchine richieste arrivarono nella tabaccheria e furono operative in un angolo del locale, vicino all'ingresso principale. Così, gli amanti del gioco hanno avuto la possibilità di sfidare la fortuna, non solo con il «gratta e vinci» e il SuperEnalotto, ma anche con quelle macchinette dagli schermi multicolori.

Dopo un anno, la famiglia Carpano capì che non era stato un buon affare. Le slot machine non erano fonte di proventi miracolosi e non facevano nemmeno una bella figura in una rivendita di giornali e libri. «Era una pena vedere giovani, ma anche anziani, entrare nel locale e restare attaccati a quelle macchine per ore», spiega Annalisa Carpano.

Il malessere è cresciuto, è diventato un tarlo, fino a quando la famiglia ha deciso di chiudere con le “macchinette mangia soldi”. Ma l’installatore, così rapido nel mettere in funzione le slot, ora nicchia, chiede i motivi della decisione, ma soprattutto sottolinea che i titolari hanno firmato un contratto vincolante per tre anni.

«Ormai ci siamo rassegnati ad attendere questa primavera – spiega Andrea Carpano – quando finalmente potremo togliere le macchinette dalla nostra rivendita».

Intanto, le slot devono restare attive nell'angolo del locale e gli schermi ammiccanti continuano a irretire chi ama il brivido del gioco. «In questo ultimo anno – racconta Annalisa Carpano – c'è stata una riduzione del numero delle persone che tentano la fortuna giocando con le macchinette o tramite i più convenzionali “gratta e vinci” e il SuperEnalotto, segno che la crisi economica e le campagne portate avanti dalla stampa hanno messo in guardia molte persone. Purtroppo, rimangono gli “irriducibili”, i giocatori che proprio non riescono a sfuggire al richiamo del gioco d'azzardo».

Quello della famiglia Carpano è il primo “no” formulato in Fassa da gestori privati di locali pubblici. In Valle di Fiemme c'è l'esempio del consiglio comunale di Cavalese, che ha eliminato le macchinette al bar del Cinema teatro comunale (di sua proprietà) e con i nuovi contratti di gestione ha messo la clausola del divieto per le slot machine anche al bar del tennis al Parco, al bar della piscina comunale e al bar dello Stadio del ghiaccio. L'iniziativa è frutto di una mozione presentata dai consiglieri di maggioranza della Lista Tre abeti e votata all’unanimità in consiglio comunale.

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