«Non possiamo chiudere la Pasina»
L’assessore Daicampi risponde alle proteste ammettendo l’impotenza del Comune. «Solo la Provincia può intervenire»
ROVERETO. «Carissimi, è veramente una vergogna. Dopo due anni non avete fatto nulla per la puzza che continua ad esserci a Rovereto. Oggi uscendo dal Millennium, venivano i conati di vomito dall’odore. Bellissima immagine per la città». E’ la lettera, che poi prosegue accusando l’amministrazione di immobilismo, arrivata per mail al sindaco e al Trentino. Col difetto di non essere firmata ma col pregio di dare effettivamente voce ad una perplessità diffusa: possibile che non si possa in nessun modo impedire questo schifo?
E’ una domanda alla quale l’assessore Giampaolo Daicampi non si sottrae, anche se la risposta purtroppoè positiva: «Se per “fare qualcosa” si intende imporre a Pasina di non produrre cattivi odori o addirittura di cessare l’attività, i cittadini se ne facciano una ragione: non abbiamo alcuno strumento per farlo. E nemmeno possiamo darceli, questi strumenti. Controllare l’efficienza dell’impianto e il rispetto dei limiti di concessione spetta all’Appa e quindi alla Provincia. Varare finalmente una legge o un regolamento per la gestione di impianti di compostaggio in Trentino, anche. Introdurre con una norma dei limiti alle emissioni odorose, che oggi non sono considerate inquinamento e in nessun modo regolamentate, pure. Quindi da una parte, in assenza di norme contrarie, Pasina ha diritto di lavorare come ha sempre fatto e come può e dall’altra il Comune non ha alcuno strumento in mano per imporle di rispettare i nasi e gli stomaci dei roveretani».
I dati portati in commissione ambiente erano in effetti sconcertanti. Non solo si è certificata l’origine, ma anche la quantità degli odori molesti e pure la causa tecnica degli stessi: il cattivo funzionamento del biofiltro, che in pratica ha la stessa capacità di abbattere gli odori che avrebbe un tubo vuoto.
Ma a fronte di tutto questo, come si muoverà il Comune? «Nel solo modo possibile - risponde Daicampi - facendo pressione su Trento perchè si esca dal vuoto normativo attuale. Servono regole chiare e certe, senza le quali non è possibile alcun passo avanti.
Dopodichè anche Pasina ha tutto il diritto di lavorare, ma si può anche ipotizzare una conversione dell’attività su forme di riciclaggio meno impattanti sull’ambiente, o in una integrazione del servizio che svolgerà il biodigestore, quando tra un anno sarà operativo. Ipotesi, sia chiaro, perchè anche questa partita per così dire politica di gestione del problema può giocarla solo la Provincia. A noi non resta che spingere in ogni sede possibile perchè lo faccia».
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