Nomadi ai domiciliari all'ex Zuffo

Al posto del numero civico, una targa: e così il camper diventa casa


Mara Deimichei


TRENTO. Che loro considerino quei camper e quelle roulotte, parcheggiate in pianta più o meno stabile in vari punti della città, come la loro casa, non c'è dubbio. Ma capita che vengano considerate come abitazione anche dall'autorità che, in questi casi, non può fare altrimenti. E così ecco che quando la polizia deve fare i controlli nei confronti di detenuti ai domiciliari, oltre alla lista con indirizzi e numeri civici, ha anche alcune indicazioni quali «parcheggio ex Zuffo, camper targa...». Sì perché capita spesso che i nomadi che devono scontare una pena non abbiano un vero e proprio indirizzo da fornire e la loro alternativa sono queste «case mobili» alcune delle quali si trovano abusivamente parcheggiate negli stalli sotto il cavalcavia del Bus de Vela o ancora dietro alla Motorizzazione. E così invece del civico, ecco un numero di targa per dare la possibilità agli agenti di individuare quali, fra i camper presenti, sia quello dove fare la verifica.

Uno di questi controlli viene fatto quotidianamente nella zona dell'ex Zuffo, indicata come residenza da una donna che deve scontare parte della pena, appunto a casa sua. E i vicini certamente non le mancano, come testimoniano le foto che pubblichiamo in questa pagina. L'arrivo di questi nuclei familiari (difficile dire di quante persone si tratti) è coinciso con la Trento-Bondone quando, per permettere l'ottima organizzazione della manifestazione, sono state tra l'altro alzate le sbarre. Ed ecco che così sono arrivati anche alcuni camper. Se sopra la loro testa non ci fosse in cavalcavia del Bus de Vela dove sfrecciano in continuazione camion e auto, sembrerebbe quasi l'immagine di un gruppo di amici in campeggio. Ci sono i camper, le seggioline di plastica a poca distanza, i giochi per i bambini e lo stenditoio che non accoglie i costumi da bagno, ma maglie e pantaloni. A pochi metri di distanza c'è la rete che è stata utilizzata per stendere le cose lavate ed è qui che c'è un'altra «sorpresa». Sopra un piccolo terrapieno, infatti, verso le sette di sera vengono posizionati una serie di materassi che vengono utilizzati - a quanto pare da alcuni romeni - come giaciglio per passare la notte. Le temperature estive permettono questa scelta, ma la situazione igienica con cui tutta questa gente convive resta preoccupante. Non c'è naturalmente acqua corrente e non ci sono servizi igienici e quindi chi ha bisogno di andare in bagno, lo fa all'aria aperta, a pochi metri di distanza da dove la gente parcheggia l'auto e da dove loro stessi passano le giornate.

Al di là della strada, di via Dos Trento, ecco un altro mini accampamento, anche questo abusivo. Qui è stata usata una sorta di galleria dove, un telo verde delimita quella che potrebbe essere definita la zona letto con i materassi. A pochi metri, un paio di bici usate per andare in città. All'esterno un ammasso di rifiuti che prima erano nella «galleria». In mezzo anche delle scarpe.













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