«Noi dell'atletica, figli di un Dio minore»

Spazi inadeguati e niente strutture per l'inverno: «Così non nascono campioni»


Martina Bridi


TRENTO. L'esempio è chiaro. «Se Silvano Chesani fosse rimasto in Trentino, non avrebbe mai raggiunto i 2,31 metri nel salto in alto che gli sono valsi la partenza per le Olimpiadi di Londra». A dirlo è Gianni Benedetti, responsabile tecnico mezzofondo dell'Atletica Trento. Perchè? Semplice, in Trentino manca un palazzetto indoor per l'atletica per allenarsi anche in inverno. Chesani, classe 1988, ha fatto le valigie ed è andato a Modena. Così ha potuto prepararsi per i campionati italiani indoor di Ancora, decisivi per stabilire chi sarebbe partito per Londra 2012 e chi no. «Avere un palazzetto per l'atletica indoor ci permetterebbe di portare i nostri atleti a livelli di performance più elevati senza spingerli ad andare altrove - osserva Benedetti - Considerata la situazione economica non credo che un palazzetto così possa essere considerato una priorità, ma sarebbe comunque un'ottimo spazio da sfruttare anche nei mesi non invernali per concerti, spettacoli e competizioni di alto livello».

Ora chi vuole praticare l'atletica leggera ha la possibilità di allenarsi al campo Coni a Trento, a Terlago (dove il campo, però, non è omologato per le gare), a Pergine e a Borgo. Un tempo anche allo stadio Briamasco c'era una pista, tolta perchè usurata e non più sicura. Quindi che ci siano 30 gradi o meno 5 non importa, sempre all'aperto bisogna stare. «Per fortuna quest'anno non ha fatto tanto freddo e non ha nevicato, altrimenti il campo Coni sarebbe stato impraticabile e avremmo dovuto ripiegare più spesso sul campo di Pergine che è coperto da una tensostruttura» spiega Benedetti. Se pensate che l'atletica in Trentino sia poco praticata, state sbagliando.

Le società sportive iscritte al comitato trentino Fidal sono 38, per un totale di più di 3.000 tesserati in continuo aumento. E sono tanti, anzi tantissimi i professionisti che hanno iniziato il loro percorso sui campi di atletica di paese fino ad arrivare a gareggiare nelle competizioni nazionali, ai campionati europei e perfino alle Olimpiadi. Per fare alcuni nomi, ci sono Federica Dal Rì (mezzo fondo), Yuri Floriani (3000 siepi), Giordano Benedetti (800 e 1500 metri), Marco Lorenzi (400 metri), Silvano Chesani (salto in alto), Irene Baldessari (8.500 metri), Francesca Endrizzi (400 metri), Nicola Lorenzi (400 metri), Norbert Bonvecchio (tiro del giavellotto), Martina Giovannetti (velocista). Il merito è loro e delle società sportive che hanno lavorato con loro. Nonostante le strutture limitate. «Peccato che l'atletica, regina degli sport a parole, nella pratica sia poco considerata - commenta Benedetti - Ma noi andiamo avanti per la nostra strada orgogliosi dei risultati che stanno ottenendo i nostri ragazzi».













Scuola & Ricerca

In primo piano