«No terrorismo, erano solo chiacchiere»
Rito abbreviato per i quattro presunti jihadisti “altoatesini” arrestati dai Ros. Che respingono le accuse: scherzavamo
TRENTO. Non hanno negato il contenuto delle loro conversazioni telefoniche intercettate i carabinieri del Ros, ma hanno parlato genericamente di parole e frasi buttate lì “pour parler”, mentre uno le ha definite come scherzose.
Tutti, comunque, si sono stupiti del fatto che in un Paese democratico come l'Italia non si possa esprimere il proprio pensiero. Questo, in estrema sintesi, è quanto accaduto ieri mattina in tribunale a Trento dove, nell'aula di Corte d'Assise (scelta per la sua capienza), s'è svolta la prima udienza del procedimento con rito abbreviato che vede imputati Abdul Rahman Nauroz, che abitava a Merano ed è ritenuto il presunto “reclutatore”, Eldin Hodza (unico kosovaro del gruppo), Abdula Salih Ali Alisa, alias “Mamosta Kawa”, che viveva a Collalbo (Bolzano), e Hasan Saman Jalal alias “Bawki Sima”, che aveva invece un appartamento in affitto in via Druso, a Bolzano. Per tutti l'accusa è quella derivante dall'articolo 270 bis del codice penale: associazione con finalità di terrorismo con l'aggravante della trasnazionalità. Un reato per il quale le pene vanno da 7 a 15 anni di carcere per i capi e da 5 a 10 per gli altri.
Nauroz s'è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del sostituto procuratore Davide Ognibene, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee, mentre gli altri tre hanno risposto a ogni quesito. Le intercettazioni effettuate nei mesi di settembre-ottobre-novembre 2011, secondo la Procura di Roma, avrebbero dato, tra il resto, piena conferma dell'importanza del ruolo di
Nauroz sempre più al centro di un sistema di relazioni personali in più Paesi tenuto insieme da una ideologia jihadista ispirata alle linee guida del "grande capo", il mullah Krekar. Dopo l'arresto dello stesso Krekar, avvenuto in Norvegia, sempre Nauroz viene intercettato il 27 marzo 2012 mentre parla al telefono con due jihadisti stanziali in Inghilterra con i quali progetta di attaccare ambasciate occidentali fuori dell'Europa o di rapire il "capo di una ambasciata britannica" per ottenere il rilascio del Mullah dalle Autorità di Oslo.
Il giudice Marco La Ganga ha rigettato la richiesta d'integrazione probatoria, presentata dal difensore degli indagati curdi, l'avvocato Stefano Zucchiatti di Bolzano (in aula anche l'avvocato veronese Simone Bergamini che difende Nauroz), per ottenere una nuova trascrizione delle intercettazioni e fissato la nuova udienza, per la discussione, il prossimo mercoledì 25 maggio.