No-Tav, corteo senza incidenti
Nel mirino l'alta velocità in val Susa ma anche il tunnel del Brennero
TRENTO. Solidarietà alla lotta della Valle di Susa contro la Tav Torino-Lione e protesta contro il tunnel del Brennero per la Verona-Monaco: queste le ragioni del corteo che ha sfilato oggi per il centro di Trento. Una manifestazione per contestare l’alta velocità ferroviaria, che ha visto uniti i No Tav e i Kein Bbt (No al tunnel di base del Brennero). In molte centinaia, circa 700, si sono trovati dalle 14.30 in piazza Dante, davanti alla stazione ferroviaria, per partire alle 15.30 in corteo e sfilare, senza tensioni, fino alla centralissima piazza Duomo.
Hanno camminato spiegando le ragioni della protesta, per terminare con una serie di interventi in piazza Duomo. Niente tracce del loro passaggio sul percorso: nè scritte, nè volantini o altro a terra, che si sono preoccupati di raccogliere. Erano i comitati Kein Bbt e No Tav del Trentino e dell’Alto Adige, insieme anche a una delegazione di No Tav della Val di Susa, esponenti del centro sociale di Trento, anarchici di Rovereto, Collettivo universitario di Trento, infine mamme ambientaliste. Ma anche gente comune, comprese famiglie intere con bimbi in passeggino.
A controllare il pacifico andamento della manifestazione polizia, carabinieri e polizia municipale, lungo tutto il percorso. Ad aprire il corteo c’era lo striscione ’No Tav-Kein Btb’, seguito dai comitati trentini nati quattro anni fa. «Sono decenni - è stato detto a inizio percorso - che assistiamo a un processo di costante devastazione del territorio, ostaggio della voracità delle lobby economiche e dei poteri forti. L’alta velocità del Brennero è dannosa all’ambiente e alla vita di tutti noi. Metterà a rischio 30 sorgenti e saranno 130 i fiumi che spariranno dal Trentino».
Il corteo si è fermato poi davanti al Tribunale di Trento per chiedere la liberazione «dei compagni ancora in carcere» da parte di esponenti di area anarchica, per proseguire in modo pacifico tra musica e slogan verso piazza Duomo. Qualche malumore è venuto dai commercianti, che si sono visti chiedere di eliminare i tavolini nelle vie centrali e in piazza Duomo, per l’arrivo dei manifestanti in un sabato pomeriggio che in genere procura buoni incassi. Decisamente arrabbiati alcuni automobilisti che già in mattinata si sono visti portare via i mezzi, perchè avevano parcheggiato, ignari, lungo il percorso vietato per il corteo.
«È in aumento il numero di trentini che aderiscono al movimento ’No Tav in Val di Susa e no al tunnel del Brennerò». Lo ha detto oggi durante la manifestazione ’No Tav’ Sandra Mattarei, una delle attiviste di Rovereto. Un dato di cui non si hanno riscontri numerici, in ogni caso, a distanza di quattro anni dalla prima manifestazione trentina, oggi hanno sfilato nel corteo della manifestazione oltre al primo comitato nato a Marco (frazione di Rovereto) nel 2008, i nuovi comitati di Trento, Lavis, Calliano, Rovereto, il gruppo "MammeMarco", che non vogliono «un futuro ad alta velocità per i loro figli». «Avremo 11 cantieri sul nostro territorio per 30 anni - hanno affermato alcune delle mamme - e lungo la Valle dell’Adige saranno 80 gli ettari di terreno che scompariranno».
Dietro lo striscione con la scritta ’Un buco nelle Alpi, un buco nelle casse, un buco nell’acqua, non ci ruberete il nostro futurò un altro gruppo ha detto: «In tempo di crisi i soldi per le grandi opere vanno messi sul sociale, per aiutare giovani e disoccupati». Per Massimo Passamani, leader storico dei No Tav trentini, «la gente trentina non vuole prendere coscienza del problema, mette la testa sotto la sabbia e i politici fanno di tutto per boicottare le proteste». Uno dei cartelli più ironici riportava la scritta ’No Tav e + vacche nonese per tutti i pendolarì, in sostegno della ferrovia attuale contro l’alta velocità.