Niente soldi alla suocera: botte dal marito

Tunisino condannato per gli schiaffi alla compagna trentina: 25 mesi e 50 mila euro di risarcimento



TRENTO. L’ha picchiata ma l’ha anche umiliata. L’ha minacciata e schiaffeggiata anche per strada, davanti ai passanti. Una situazione che lei, un trentina di 35 anni, ha tollerato per i primi anni di matrimonio ma poi ha chiesto aiuto e i suoi racconti si sono trasformati in una denuncia che ha portato alla condanna del marito (un tunisino di 26 anni) a due anni e un mese di reclusione - oltre al pagamento di un risarcimento da 50 mila euro - per maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi famigliari.

Il capo d’accusa contro l’uomo è pesante e purtroppo ricco. Tutto sarebbe iniziato all’indomani del matrimonio e spesso la causa degli sfoghi dell’uomo era legata al fatto che la donna (solo lei lavorava) si rifiutava di spedire somme di denaro alla suocera in Tunisia. E c’erano minacce di morte: «Ti metto le mani al collo e ti ammazzo», ma anche quelle di andarsene portando con sè la bambina nata da poco. E poi gli schiaffi inflitti anche per strada schiaffi tanto forti da farle uscire sangue dall’orecchio. E poi ancora «Ti prendo a sberle davanti a tutti e ti mando all’ospedale». Tutto questo, come viene spiegato nell’atto d’accusa, venendo meno ai propri doveri di marito prima e di padre poi omettendo volontariamente di contribuire al mantenimento della famiglia. La donna alla fine ha trovato aiuto all’Alfid, l’associazione laica famiglie in difficoltà) e al servizio di psicologia presso il consultorio. Qui ha seguito un percorso di sostegno, percorso che l’ha portato a decidere che quello che aveva subito non doveva avere un futuro. E quindi ha denunciato il marito costituendosi parte civile. Ieri mattina al termine dell’udienza, la decisione del giudice Avolio che ha condannato il tunisino a due mesi e un mese di reclusione e al pagamento di un risarcimento alla donna di 50 mila euro.













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