Niente maximulta per i cacciatori
Il giudice di Siena ha accolto il ricorso di una trentina di doppiette trentine sanzionate per essere andate fuori zona
TRENTO. I cacciatori trentini possono tirare un grosso sospiro di sollievo. D'ora in poi potranno andare a sparare in trasferta senza timore di multe o, peggio, di sospensioni del porto d'armi. Nei giorni scorsi il giudice del Tribunale civile di Siena, Carmelino, ha accolto il ricorso presentato dai difensori di una trentina di cacciatori trentini, tra i quali l'avvocato Andrea Antolini, contro le multe comminate dal Corpo forestale dello Stato e le relative ingiunzioni della Provincia di Siena. Secondo il Corpo forestale dello Stato i cacciatori trentini non avevano il diritto di cacciare in trasferta in quanto appartengono già alla zona «Alpi», come previsto dalla legge 157 sulla caccia. Quindi, non avrebbero potuto sconfinare dalla loro zona. Le multe comminate erano molto pesanti per un totale di circa 50 mila euro. Ma la sanzione ancora più pesante era quella della sospensione del porto d'armi per un periodo che andava da uno ai tre anni, a seconda dei casi. I cacciatori hanno impugnato l'ordinanza di ingiunzione sostenendo che loro, di fatto non appartengono alla zona «Alpi». Questo in forza della particolare normativa che vige in Trentino. Infatti, la provincia autonoma ha competenza primaria in materia di caccia e la normativa provinciale prevede che i cacciatori posso esercitare l'attività venatoria solo all'interno delle riserve comunali del comune di residenza. Quindi, i trentini non hanno la possibilità di cacciare in tutta la zona «Alpi». Il ricorso dei legali si basava proprio su questo punto. La previsione della legge 157 non veniva violata perché i cacciatori trentini non hanno a disposizione un'intera zona. Per il resto, rispettavano tutte le altre previsioni. Infatti per andare a cacciare fuori dal Trentino, le doppiette nostrane si facevano rilasciare un patentino dal servizio faunistico della Provincia. Poi scegliavano tra le tre diverse opzioni previste dalla legge 157, ovvero la zona «Alpi», la caccia in postazione fissa e altra forma di caccia. Successivamente hanno fatto domanda nei vari territori e pagato la relativa tassa. Il giudice di Siena ha rilevato che, quindi, ai cacciatori trentini dovesse essere riconosciuta quantomeno la buonafede. Per questo ha accolto il loro ricorso. Le multe erano relative alla stagione di caccia 2008/2009 e variavano da poche centinaia fino ad alcune migliaia di euro a testa. In relazione alla stessa annata erano state emesse multe anche in altre province. Per questo la sentenze del giudice di Siena è molto importante. Cause simili sono pendenti presso i tribunali di mezza Italia, da Grosseto a Parma, passando per Modena e altre città. Ovunque i trentini si sono dovuti difendere dalla contestazione di aver cacciato illecitamente fuori zona. La speranza dei loro difensori è che la sentenza del giudice di Siena venga seguita dai colleghi degli altri tribunali. Questo anche perché il giudice ha rilevato che esiste una forte discrasia tra la normativa provinciale trentina e quella nazionale che non prevede la caccia solo nelle riserve comunali.
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