Nel 2011 il Mart ha speso più di 17 milioni
Quasi 10 venivano da contributi provinciali e 1,5 dai botteghini, con un aumento degli incassi del 136 per cento sul 2010
ROVERETO. Un anno eccezionale, il 2011, per il Mart. Eccezionale per gli incassi, che rispetto al deludente 2010 avevano avuto un’impennata mai vista, ma anche per l’impegno della Provincia. Che tra acconto, saldo, contributo per progetti espositivi e programmi di investimento e, ancora, contributi a gettone per alcune mostre, aveva messo sul tavolo quasi 9 milioni e mezzo di euro. Infine, anno eccezionale per gli afflussi di visitatori, che grazie alla mostra su Modigliani e a quella dei capolavori del Museé D’Orsay avevano fatto la coda ai botteghini in modo forse irripetibile, ma di certo non ripetuto fino ad oggi.
Rivedendolo oggi, il conto consuntivo 2011 del Mart (approvato nella propria ultima seduta dalla giunta provinciale) sembra già storia.
Il conto pareggia a 17.386.912 euro. Coperti per 9.497.000 da contributi provinciali e per 1.430.000 dagli incassi per le vendita dei biglietti. Cifre record entrambe. L’impegno della Provincia sull’anno in corso, anticipa pur senza fare cifre l’assessore Franco Panizza, sarà notevolmente più basso. A spanne, di almeno un milione e mezzo. Quanto alla cassa, l’exploit 2011, con l’aumento del 136,30 per cento rispetto al 2010, è figlio di «congiunture» difficili da ripetere. L’anno prima era stato molto deludente, con una perdita secca di circa un 33 per cento rispetto agli incassi 2009. Inoltre per decisione della giunta provinciale, era stata rivista la politica tariffaria: aumento di 1 euro su tutti i biglietti e fine della gratuità per gli ultrasessantacinquenni, riportati nella categoria di chi ha diritto alla tariffa ridotta. Infine anche il numero complessivo dei visitatori era aumentato, grazie a mostre che pur senza essere smaccatamente di cassetta, strizzavano l’occhio al turista culturale medio. Che ama molto più vedere quello che già conosce fin dai tempi della scuola, che trovarsi alle prese con l’ignoto e il «difficile» della contemporaneità. Messo tutto assieme, gli incassi erano balzati da 605 mila euro (2010) a 1.430.000 (2011). Eccezionale, appunto.
Ciò nonostante rimane quasi angosciante la distanza tra ricavi diretti, a vario titolo, e spese del museo. Distanza segnata da quei 9 milioni e mezzo di contributi provinciali che coprono ben più della metà dell’intero bilancio. Per inciso, un bilancio che nel 2011 si era segnalato anche per l’attenzione alla riduzione delle spese: il consuntivo rendeva conto tra l’altro di 677.391 euro di avanzo di amministrazione. Altro non è che la differenza, in positivo, tra le spese previste per un anno di attività e quelle effettivamente sostenute. (l.m)
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