IL CASO

Negozianti picchiati e rapinati alla Portela, l’avvocato Frizzi: “Difesa gratis per tutte le vittime. Solo la legalità farà rinascere il rione”

Nel fine settimana il titolare del supermercato Tovazzi è stato preso a pugni da un giovane, mentre il gestore del negozio Ibris di via Cavour ha subito una rapina con lo spray. Il legale e vicepresidente dell’Associazione Rinascita Torre Vanga risponde lanciando un’iniziativa che punta a difendere il quartiere attraverso la tutela di chi ci vive e lavora


di Luca Marognoli


TRENTO. Il titolare del supermercato di quartiere, l’ “eroico” Alberto Tovazzi (un simbolo di resilienza – come si dice oggi – nel rione dello spaccio e delle aggressioni) che si prende un pugno in faccia da un ragazzo sorpreso a imbrattare il muro del negozio, rimediando 6 giorni di prognosi. Il gestore di una bottega etnica, Ibris di via Cavour, che domenica sera, all’ora di chiusura, apre la cassa per cambiare 100 euro ad uno sconosciuto e si vede investire dallo spruzzo di una bomboletta spray, mentre il ladro – fermato dopo una rocambolesca fuga con la collaborazione del consigliere comunale Andrea Maschio – se la dà a gambe con i soldi.

E non ci facciamo mancare nulla di domenica sera. Furto al negozio di pizza qui affianco con placcaggio del ladro sotto...

Pubblicato da Maschio Andrea su Domenica 21 febbraio 2021

 

Scene di ordinaria criminalità nel quadrilatero della Portela, si dirà. Ma loro, residenti e commercianti che vivono e lavorano nello storico rione, sono stufi di considerare ordinario quello che ordinario non è e che avviene, per di più, nel cuore del centro storico di Trento.

Protestare lo hanno fatto, più volte e in molti modi, negli anni passati. Chiedere (e ottenere) presidi di polizia anche. Arrabbiarsi pure: quello è all’ordine del giorno.

Ma ora vogliono fare un passo in più: quante volte si è detto – è il caso della vicina piazza Dante – che per sottrarre al degrado uno spazio urbano bisogna “restituirlo alla città”? Facile a dirsi, appunto… E sarebbe ingiusto negare che i tentativi di agire in questo senso si siano fatti, dall’apertura del Liber Cafè, al Natale in piazza, all’arrivo recentissimo di una sede distaccata della Polizia locale.

L’Associazione Rinascita Torre Vanga è convinta che la strada da seguire sia questa e ora lancia un’iniziativa che va in questa direzione: “A nome dell’Associazione esprimiamo la nostra piena solidarietà ad Alberto e ad Ibris”, scrive il presidente Franco Dapor. “Nell’occasione intendiamo essere concretamente vicini ai nostri concittadini. Grazie infatti alla perizia professionale e allo spiccato senso civico del nostro Avvocato Paolo Frizzi, proponiamo di attribuire all’Associazione Rinascita Torre Vanga le SPESE LEGALI per l’assistenza in favore dei nostri concittadini -e parti offese- Ibris ed Alberto, per il patrocinio alla tutela dei loro diritti e, più in generale, come manifestazione concreta di solidarietà verso il coraggio imprenditoriale a sostegno della legalità”.

 

Un’iniziativa concreta, dice Dapor, in soccorso di chi è danneggiato e intimidito qui e ora, ma soprattutto un’iniziativa che guarda lontano, ad un quartiere che solo attraverso la tutela effettiva della legalità può davvero rinascere, come dice il nome dell’associazione. “Già 7-8 anni fa, quando imbrattarono la casetta del Natale, io sostenni la difesa dell’associazione e versammo poi l’incasso alla parrocchia del Duomo”, dice Frizzi, vicepresidente del sodalizio. Che spiega la sua ferma intenzione di trasformare questa sua prestazione gratuita in uno strumento duraturo a sostegno di chi è vittima di episodi come quelli di ieri. “Difenderò tutti quelli che sono danneggiati da attività che mettono in cattiva luce il quartiere. Io rinuncio ai miei onorari, le spese legali le copre l’associazione. La Portela non deve essere un luogo dove chi delinque si sente impunito: questo deve essere il nostro mantra”.

Le persone aggredite – continua il legale – spesso si sentono lasciate sole e hanno paura che denunciando i soprusi possano subire ritorsioni. “E’ proprio questo invece il momento in cui bisogna fare gruppo. In settembre denunciai un gruppo di spacciatori in cui mi imbattei sotto casa, all’una del pomeriggio, intenti ad organizzare il “mercatino” pomeridiano. Ci passai in mezzo e non abbassai lo sguardo. Uno di loro, il solito capetto, mi diede contro: “Cosa c… hai da guardare?”. Gli risposi a tono e lui minacciò: “Io ti ammazzo”. Io denunciai tutto pubblicamente, ma mi chiamarono in molti, oltre che per esprimere solidarietà, per chiedermi se ero matto e non avevo paura che mi facessero del male. La mia risposta è che è così che si tutela il territorio. Bisogna difenderlo denunciando quotidianamente chi delinque. Per evitare che l’abbiano vinta loro e i residenti finiscano per andare a vivere altrove. L’unica strada per far valere i propri diritti è l’impegno attivo. Per la vivibilità urbana, e umana, del quartiere”.

 













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