Nasce il Trentino Book Festival
A Caldonazzo il 17, 18 e 19 giugno: con omaggi a Tondelli e Bearzot
«Tre giorni d'estate, sul lago di Caldonazzo, per provare ad unire le persone sulla base dell'amore più bello che esiste: quello per le storie. Le nostre vite sono fatte di storie, ogni esistenza comincia con un racconto». Si presenta così il Trentino Book Festival, ultimo arrivato nella famiglia dei festival trentini ma più che mai intenzionato, a giudicare dalle premesse, a ritagliarsi uno spazio tutt'altro che marginale. Un sito internet confezionato come si deve e l'immancabile pagina Facebook (ieri quelli a cui piace il Tbf erano oltre 100) forniscono già un bel po' di informazioni e accendono la curiosità.
Intanto, la data: 17, 18 e 19 giugno, in quel di Caldonazzo, appunto. Dicono gli organizzatori (il progetto è di Pino Loperfido, giornalista e scrittore, coordinato dal Centro Culturale Balene di Montagna e l'organizzazione conta sul sostegno del Comune di Caldonazzo, della Provincia e di Trentino marketing) che il Tbf (lo si comincia a chiamare così, per brevità) vuole essere una vera e propria Festa delle Storie e della Letteratura. Un'occasione di vera divulgazione e pedagogia culturale, di promozione della lettura nel Paese europeo in cui si legge meno. E qui andrebbe però detto che nel Paese che legge meno c'è una regione che legge più di tutte le altre ed è, guarda caso, il Trentino Alto Adige. È fors'anche dall'evidenza delle statistiche che ci si è lanciati nell'organizzare simile Festival.
Perché il Festival del libro, dunque? C'è la voglia - dicono gli organizzatori - di tutelare, rivalutare e preservare dall'oblio l'oggetto libro, nell'ambito del territorio trentino e di montagna. In un Paese dove vengono organizzati 30 mila eventi culturali all'anno (7 mila solo inerenti la letteratura), dove dei piccoli editori si parla solo quando vengono acquisiti da una major del settore, in un'epoca in cui anche il mercato editoriale è informato ai principi della massima redditività e del commercio "mordi e fuggi", quel che si vuole è riscoprire una dimensione in cui il libro sia il mezzo per parlare di un territorio e per raccontarne la bellezza. Si vuole poi che il libro trentino trovi proprio nel Festival il suo nido comodo, un piccolo punto di riferimento per bibliofili e per amanti del libro. Dunque, per chi? Per il lettore disperso, per chi sa che cultura è sempre anche trasformazione di sé, fatica, interrogazione. Scrittori, filosofi, giornalisti, poeti, artisti si alterneranno in un palco ideale dove non esisteranno differenze di ruolo o di potere editoriale, ma dove suonerà la parola di una cultura che si confronterà per necessità, verità e vocazione, con i problemi reali del nostro tempo.
E chi ci sarà? Il programma è in via di definizione ma i primi nomi circolano già, eccome. Mauro Corona racconterà la sua "Fine del mondo storto" (Mondadori); ci sarà un doppio omaggio: a Pier Vittorio Tondelli, a vent'anni dalla scomparsa e ad Enzo Bearzot, leggendario Ct della Nazionale campione del mondo, per dimostrare che calcio e letteratura possono benissimo convivere; Carmine Abate presenterà il suo più recente libro, "Vivere per addizione e altri viaggi" (Mondadori). Poi una chicca che, una volta confermata, darà ancora più respiro al Tbf. È infatti annunciata la presenza di Kurdo Baksi autore de "Il mio amico Stieg Larsson" (Marsilio). Baksi era uno dei pochi veri amici intimi di Stieg Larsson, l'autore della trilogia di "Millenium" che ha conquistato il mondo, scomparso prematuramente. Si chiamavano reciprocamente "fratellino" e "fratellone". Di ieri, infine, la notizia che Mario Cagol, meglio conosciuto come Supermario, attore e autore teatrale, si cimenterà con la lettura di Antonio Fogazzaro, scrittore vicentino di cui quest'anno ricorre il centenario della morte, autore di capolavori indimenticabili come "Malombra" e "Piccolo mondo antico".
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