Musica d'autore con Vecchioni, Biondi, Mayall e Gazzè

Quattro grandi nomi per la stagione del Centro Santa Chiara. Ma arriveranno anche Mannoia e Consoli


di Carmine Ragozzino


TRENTO. Francesco «Franz» Nardelli, direttore al Centro servizi culturali Santa Chiara, è magro più d’un grissino in dieta. Tuttavia se dovesse miracolosamente concretizzarsi un’evenienza che oggi è in precario equilibrio tra la bufala e il sogno, Nardelli potrebbe ingrassare di botto. Fino a doversi rifare l’intero guardaroba. Sì, perché nella stagione di «Musica d’Autore» in otto date - (quattro certe, due praticamente agganciate e due lasciate ancora nel mistero) - c’è quel 5 dicembre che vedrà l’auditorium sommerso dalla qualità poetico canora di Roberto Vecchioni. Un Vecchioni - vate della canzone italica «di significato» - che voci nè confermate nè confermabili - (e per questo, come sempre accade, spacciate come «notizia”), - giurerebbero candidato al Nobel per la letteratura assieme a Bob Dylan e a Leonard Cohen. Ebbene, ad ottobre si saprà, (e si saprà anche se la cronaca sparata dal Corriere era un abbaglio). Se l’evento accadesse, (in fondo gli svedesi premiarono il giullare Dario Fo alla faccia di noi italiani), il concerto che Vecchioni terrà a Trento potrebbe essere lo spettacolo di un Nobel. E l’intera stagione di «Musica d’Autore» conquisterebbe un gratificante surplus di riscontro.

Nobel o no, Vecchioni rimane una parla rara nell’italcanto cantautorale. Dai tempi « Samarcanda» - (motivetto accattivante sì, ma che spessore) - il professore lombardo è rimasto in cattedra trovando un applauso transgenerazionale. A Trento farà «macchina indietro» in una carriera quarantennale eppure sempre giovane e attuale nella magica attitudine a leggere società e sentimenti, pubblico e privato, senza inciampare nella banalità.

Sentirlo, con o senzaa Nobel, sarà onorare non tanto un personaggio quanto il concetto che la canzone può ancora aiutare a vivere un po’ meglio.

Ma «Musica d’autore» può quest’anno fregiarsi di un altro titolo. Il titolo, cioè, di stagione in «bianco/nero». E non vadano in orgasmo gli juventini: il calcio non c’entra un tubo. Il bianco e nero della proposta musicale sta nella scelta di due veri campioni - uno dell’oggi e l’altro di un «ieri» che però non tramonta - che hanno la pelle bianca e l’anima nera. E cioè anima soul. E cioè anima blues. E cioè entrambe le anime insieme. Si parla di Mario Biondi e del redivivo- (ma mai morto nel ricordo di chi è cresciuto a pane, blues e armonica) - John Mayall.

Il primo arriverà a Trento il 17 dicembre sull’onda di un tour estivo di gratificanti sold out. Ma il Mario Biondi «al chiuso» - c’è da scommettere, non rinuncerà nemmeno ad un briciolo di quella magia libertà canora e sonora che ne hanno fatto in pochi anni uno dei pochi italiani in grado di «dare la birra» a più navigati padroni del palco internazionali. Un concerto di Mario Biondi è una coperta di note, virtuosismi e vocalizzi capace di avvolgere al punto da diventare la «coperta di Linus» - e quindi irrinunciabile - anche per chi non conosce i Marvin Gaye o gli Earth, Wind and Fire. Spettacolo pieno, d’impatto, da gustare dalla prima all’ultima nota chiedendosi come il siculo Mario Ranno possa essere di anno in anno sempre più bravo.

Ma di un bianco nero ancora più marcato è John Mayall. I ragazzini - sentendo il nome - ci faranno battute poco originali. Chi ha passato i ciquanta e i sessanta sobbalzerà sulla sedia nello scoprire che l’ottantenne leone inglese del blues torna su un palco per riproporre quel sound unico e travolgente con il quale ha fatto da chioccia a diverse generazioni di musicisti. Mayall sarà a Trento il 24 febbraio. Poi solo a Roma e a Torino. Un’occasione unica per rendersi conto che dell’anagrafe cui si può fare un baffo se si possiede - come Mayall appunto - il gerovital di una musica spesso indiavolata che con i Bluesbreakers per anni «sound di riferimento» internazionale.

Se questi sono i «big» della prima parte della stagione il merito è di quella Showtime di Roland Barbacovi che è ormai un fidato interlocutore orgaizzativo per il Centro Santa Chiara. Se, infatti, non ci saranno problemi a riempire l’auditorium per Biondi, la scelta di Mayall rappresenta un’opzione di coraggio che merita pubblico. L’altro partner del S.Chiara per «Musica d’Autore» è Piero Fiabane con la sua Fiabamusic inserisce nel cartellone oltre a Vecchioni anche Max Gazzè. Il cantante bassista che era originale e atipico anche prima di vestirsi da predicatore porta a porta all’ultimo Sanremo, intrigando critica e pubblico, aprirà la rassegna il 21 novembre per proseguire il suo pur tardivamente meritato «magic moment». Non confermate nelle date ma sicure altre due tappe della rassegna. Tornerà - (per l’ennesima volta, ma pubblco docet), Fiorella Mannoia. Si rivedrà dopo tempo anche Carmen Consoli. Ma se ne riparlerà a tempo debito.













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