Mostrine all'asta, maresciallo nei guai

Sanzione da 45 mila euro per il militare accusato di aver venduto su internet anche la fiamma del berretto



TRENTO. E' accusato di aver venduto all'asta su eBay gli alamari e le mostrine della sua divisa e perfino la fiamma in metallo che va sul berretto. Per questo motivo un maresciallo dei carabinieri in servizio in Trentino si è visto recapitare poco prima di Natale un decreto penale che lo condannava a pagare 45 mila e 300 euro. Nei suoi confronti, il pubblico ministero Licia Scagliarini ipotizza il reato previsto dall'articolo 28 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Ovvero la vendita di armamenti o accessori militari. Il maresciallo, difeso dall'avvocato Stefano Daldoss, però contesta radicalmente le accuse e ha presentato opposizione. Adesso la questione finirà davanti a un giudice.

Il sottufficiale ha saputo del procedimento penale a suo carico solo nelle scorse settimane. I fatti risalgono alla fine dell'estate 2009. La Guardia di Finanza di Sora, nel Lazio, aveva avviato un'inchiesta sulla vendita di armi e di altri oggetti militari sui siti internet. Le Fiamme gialle hanno individuato un profilo E-bay, aperto con il nome del maresciallo in questione, sul quale venivano venduti alcuni accessori originali delle divise dei carabinieri. In particolare venivano messi in vendita degli alamari in ferro per camicia a 5 euro, una fiamma in stoffa per 6 euro, una giacca a vento da carabiniere per 24 euro e una fiamma in metallo da applicare sul berretto per 7 euro.

Gli uomini della Finanza di Sora sono risaliti al computer del maresciallo in servizio in Trentino e al suo profilo eBay. Il maresciallo non è stato interrogato. Poi gli atti sono passati alla Procura di Trento che ha emesso il decreto penale di condanna per una cifra molto alta, dal momento che la sanzione equivale alla commutazione in denaro della pena detentiva prevista dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

Quando ha ricevuto il decreto, il maresciallo è caduto dalle nuvole. Ha subito spiegato anche ai suoi superiori che lui non ha mai messo in vendita all'asta su eBay gli oggetti in questione. Del resto, il suo stato di servizio e la sua carriera sono irreprensibili e al di sopra di ogni sospetto. Il maresciallo ha anche dato una spiegazione plausibile di quello che può essere accaduto.Ha spiegato che lui possiede un profilo E-bay, ma ha anche aggiunto che lui tiene il computer portatile dal quale si è operato in un locale della caserma in cui presta servizio.

Si tratta di un locale accessibile anche ai suoi colleghi alcuni dei quali sono a conoscenza anche della password con la quale il maresciallo operava su eBay. L'uomo può anche dimostrare che la linea wi-fi del computer è intestata a lui, ma viene usata anche da altri militari.













Scuola & Ricerca

In primo piano