allarme a rovereto

Monossido, intossicati gli Aldi

La coppia di fotografi ricoverata in ospedale. Colpa di un guasto alla caldaia


di Giuliano Lott


ROVERETO. L’hanno rischiata grossa, ma sono stati salvati dalla loro stessa prontezza nel reagire. Mercoledì sera, dopo cena, i fotografi Paolo Aldi e la moglie Lia Grigoletti si sono accorti subito che nella loro casa, in piazza San Marco, c’era qualcosa di strano. «Avevamo entrambi un gran mal di testa e nausea. Pur non avendo mai provato la sensazione di intossicazione da monossido di carbonio, dai racconti sentiti in giro abbiamo immaginato che potesse essere successo qualcosa alla caldaia» racconta Aldi. Così hanno spento tutto, chiuso i rubinetti del gas e aperto tutte le finestre per arieggiare i locali. Ciò fatto, si sono coricati. Ma al mattino il malessere, seppure migliorato, non era passato del tutto. Così hanno avvisato i pompieri, che sono arrivati in piazza San Marco assieme a un’ambulanza. «In realtà eravamo del tutto in grado di muoverci da soli - racconta il fotografo - ma per precauzione ci hanno accompagnato in pronto soccorso». All’ospedale, alla coppia i sanitari hanno riscontrato una modesta intossicazione da monossido di carbonio. Avevano visto giusto, gli Aldi: come più tardi hanno verificato i pompieri, la canna fumaria deve avere qualche anomalia, ed è da quella che è scaturita l’intossicazione.

Pare che il guaio sia dovuto al cantiere che si trova al piano superiore dello stabile, dove al momento non abita nessuno ed è frequentato dagli operai di una ditta incaricata dei lavori. É verosimile che sia accaduto qualcosa alla canna fumaria, e nel merito qualcosa in più la diranno gli ispettori dei pompieri permanenti di Trento, che hanno eseguito i rilievi dei gas.

Nel frattempo, è stata avvisata una squadra di Dolomiti energia, per interrompere l’utenza del gas metano a casa Aldi in attesa che il problema venga risolto.

Paolo Aldi e Lia Grigoletti sono stati invece trattenuti in ospedale e così lo studio fotografico di via Rialto ieri è rimasto chiuso. «Dato che non avevamo valori di monossido molto elevati - spiega Aldi - ci hanno sottoposto a inalazioni di ossigeno per ripulire il sangue. Sono sicuro che torneremo a casa ossigenati come dopo la camminata del Sentiero della Pace» scherza il fotografo. Nel frattempo sull’episodio è stata aperta un’indagine. La coordina il comando della polizia municipale, che dovrà individuare le eventuali responsabilità di terzi.

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