Molotov in centro, le ipotesi sono tre
Gli uomini della Digos al lavoro per individuare chi ha messo le bottiglie piene di benzina. La pista del gesto dimostrativo
TRENTO. Filmati al setaccio per capire chi abbia messo le tre bottiglie molotov in piazza D’Arogno. Gli uomini della Digos della Questura di Trento hanno acquisito i filmati delle telecamere che si affacciano su via Verdi, via Mazzini e piazza Duomo nella speranza di individuare chi avesse la borsa con le tre molotov. Sono al setaccio anche i siti internet vicini all’area antagonista e al mondo anarchico per vedere se compaiono delle rivendicazioni. Ma già adesso i sospetti ricadono tutti sugli anarchici o, comunque, sulla galassia antagonista che negli ultimi tempi è stata parecchio attiva a Trento, sia con attentati alle linee ferroviarie durante l’adunata degli alpini che con manifestazioni pubbliche, da ultimo durante la tappa a cronometro del Giro d’Italia.
Proprio gli eventi che hanno messo Trento sulle prime pagine dei giornali italiani potrebbero aver spinto l’area anarchica alla ricerca di visibilità. Ed ecco, così, che si sono moltiplicate le azioni, più o meno dimostrative. Le tre molotov abbandonate sulla panchina di piazza D’Arogno potrebbero rientrare proprio in questa linea di tendenza. L’ipotesi più accreditata dagli investigatori è proprio che qualcuno possa aver mirato a creare allarme lasciando le tre bottiglie piene di benzina sulla panchina. Ricordiamo che non si trattava di veri e propri ordigni, dal momento che mancava un innesco. C’era solo uno stoppino, ma senza fiamma non c’era nessuna possibilità che le tre bottiglie esplodessero. Quindi chi le ha messe sulla panchina potrebbe aver mirato a creare allarme, ad alzare la tensione. In effetti per lasciare le tre molotov sulla panchina in zona centralissima è stato scelto un momento non casula. Era appena finito il mercato del giovedì e la zona fino a pochi minuti prima era piena di gente. A trovare le tre bottiglie è stato un operatore di Dolomiti Ambiente che subito non si nemmeno reso conto che quelle tre bottiglie fossero piene di benzina. Se ne è accorto pochi minuti dopo, quando ha sentito il puzzo di benzina proveniente dal cassone del suo furgoncino. Le strade vicine sono state bloccate e sono intervenuti anche gli artificieri, ma come detto non c’era nessuna possibilità che le tre molotov esplodessero.
Un’altra possibilità presa in considerazione dagli inquirenti è che le tre bottiglie fossero state confezionate per essere usate successivamente, ma potrebbero essere state abbandonate perché chi le aveva con sé ha avuto paura. Potrebbe aver incontrato le forze dell’ordine e potrebbe aver pensato di lasciare le bottiglie sulla panchina per non essere preso.
Non è da escludere una terza ipotesi che è legata direttamente a quello che era accaduto la sera prima in Consiglio comunale a Trento.
Era stato approvato un documento che impegna la giunta a chiedere l’intervento dell’esercito a supporto delle Forze dell’ordine nel contrasto allo spaccio e al degrado in centro storico. Gli anarchici, da sempre avversari delle divise come hanno dimostrato durante l’adunata nazionale degli alpini, potrebbero aver deciso di lanciare un segnale contro l’intervento dell’esercito. Le tre bombe molotov in questo caso rientrerebbero nell’ottica di una specie di strategia della tensione con l’obiettivo di non far arrivare l’esercito in città.
Sono tre dunque le ipotesi su cui si sono concentrate le indagini. Dai filmati arriveranno delle risposte.