il caso

Minacciata col coltello e poi violentata

A processo un ventiduenne romeno che abusato di una diciottenne dopo la discoteca. La difesa: «Lei era consenziente»


di Paolo Tagliente


TRENTO. Avevano passato la serata in discoteca, assieme ad amici comuni, e quando erano usciti lui s'era offerto di accompagnarla alla macchina, lasciata a parecchia distanza dalla struttura. Un gesto gentile dietro il quale, purtroppo, la giovane non ha scorto l'insidia e per questo è caduta nella trappola dell'uomo che, dopo averla fatta salire a casa, l'ha violentata. Questo, almeno, è la versione fornita dalla ragazza ai sanitari e ai carabinieri a cui s'era rivolta dopo i fatti.

L'episodio è accaduto lo scorso dicembre in una località turistica del Trentino e ieri è approdato in tribunale a Trento per l'udienza preliminare che vede il presunto autore dello stupro imputato del reato di violenza sessuale, con l’aggravante della minorata difesa per aver approfittato della giovane resa poco lucida dall’alcol. Lei trentina, che all’epoca dei fatti era maggiorenne da pochi giorni, lui romeno di 21 anni, si erano conosciuti quella sera in un locale della zona. Il giovane era in compagnia di ragazzi e ragazze che anche la diciottenne conosceva e, quindi, l'approccio tra i due era stato assai facile. Avevano ballato, chiacchierato e bevuto, poi, al termine della serata, salutati gli amici, si erano ritrovati da soli all’esterno della discoteca. Lei aveva lasciato la sua auto abbastanza lontana e il ragazzo, visto che era notte fonda, s'era prontamente offerto di scortarla fino al parcheggio. Durante il cammino, i due erano passati davanti a casa del ragazzo e lui le aveva offerto di salire. «Vieni su da me un attimo, prendo le chiavi della mia auto e ti porto alla tua macchina” aveva detto il romeno e la giovane aveva accettato la proposta. Ma una volta nell'appartamento, però, i due non escono subito. Si fermano a chiacchierare e il ventiduenne offre ancora da bere alla sua ospite. Fino a qusto punto le versioni dei due protagonisti concordano. Su quanto accaduto dopo, invece, le posizioni sono opposte. La ragazza, assistita dall'avvocato trentino Marcello Paiar, ha raccontato che il romeno l'ha letteralmente aggredita e, dopo una breve colluttazione, sotto la minaccia di uno oggetto contundente – molto probabilmente un coltello – puntato alla gola, l'ha costretta a un rapporto sessuale completo. Racconto drammatico, fatto prima ai sanitari del Pronto Soccorso a cui la poveretta s'era subito rivolta e poi ai carabinieri che, informati dall'Azienda sanitaria, hanno ascoltato la giovane e raccolto la sua denuncia. A confermare la sue versione di quanto accaduto gli esami medici che evidenzierebbero ecchimosi sulle braccia e un segno sul collo, proprio dove il ventiduenne avrebbe puntato con forza l'arma bianca. Di tutt'altro avviso il ragazzo, difeso dall'avvocato Beppe Pontrelli, secondo cui il rapporto ci sarebbe sì stato, ma sarebbe stato consenziente. Nessuna violenza, insomma. Ieri l'udienza, davanti al gup Francesco Forlenza e al sotituto procuratore Rosalia Affinito, è stata aperta e subito rinviata a febbraio per un difetto di notifica.

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