Migranti: su 105 espulsioni decise, 18 effettuate
I dati rivelano la difficoltà dei rimpatri. Il questore: «Volontà di renderle più effettive, ora aspettiamo il piano del ministero»
TRENTO. Sono state 105 le espulsioni di cittadini stranieri decise nel 2016 in Trentino, 18 quelle effettuate. Sta in questi numeri - diffusi nel bilancio di fine anno della polizia - la complessità che riguarda l’allontanamento dei migranti che non hanno diritto di rimanere in Italia e dovrebbero essere rimpatriati nei Paesi d’origine.
I dati nazionali danno ancora di più la portata del fenomeno: da inizio 2014 a oggi in Italia le espulsioni sono state 15 mila a fronte di 500 mila arrivi, numeri che hanno portato il nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti a dichiarare che la presenza di migranti irregolari «non è più solo un problema di ordine pubblico ma una questione su cui si gioca la tenuta del tessuto democratico del Paese». Di qui la proposta di Minniti di riaprire i Cie, i centri di identificazione ed espulsione, uno per ogni regione, ma con caratteristiche diverse dal passato, ha chiarito il ministro, consapevole che troppo spesso questi centri si sono rivelati luoghi dove gli immigrati erano trattenuti per lunghissimi periodi e in condizioni indegne.
Il questore di Trento Massimo D’Ambrosio si limita a poche parole: «Per quanto ci riguarda, la nostra attività su questo fronte è costante e anzi la stiamo intensificando. C’è un dato incontrovertibile che riguarda il numero limitato di posti oggi nei Centri di identificazione ed espulsione, ma c’è anche un iter complesso per arrivare al rimpatrio che passa per la possibilità di fare ricorso. Ora attendiamo il piano del ministero, la volontà espressa è di rendere più effettive le espulsioni, ma non conosciamo ancora le linee operative ».
Il piano del Viminale sarà presentato il prossimo 16 gennaio ai prefetti e il 19 ai governatori nella Conferenza Stato-Regioni. Al commissariato del governo sono in attesa della circolare ministeriale, intanto il prefetto Pasquale Gioffrè ritiene che l’apertura di un Cie in ogni regione, meglio nelle vicinanze di un aeroporto, vada considerata «un’indicazione di massima». Dalle indiscrezioni della stampa nazionale, le uniche due regioni escluse sarebbero Valle d’Aosta e Molise.
Il governatore trentino Ugo Rossi attende di conoscere il piano prima di pronunciarsi, mentre il presidente della Provincia di Bolzano Kompatscher ha escluso che siano previsti Cie in Alto Adige. L’assessore Luca Zeni ha invece espresso condivisione per il modello indicato dal ministro Minniti: «Da una parte l’accoglienza diffusa dei profughi, dall’altra il rigore nelle espulsioni dei migranti irregolari che non hanno diritto d’asilo».